domenica, Dicembre 22, 2024

Vandemars – Blaze (Autoprodotto, 2011)

I Vandemars non si limitano a fare musica; la martellano, la lavorano come fosse creta lisciandola, spigolandola fino a renderla rigida. Dopo Noisy Melody, disco d’esordio del 2007, i cinque ragazzi della provincia di Siena realizzano con la produzione artistica di Paolo Benvegnù e Stefano Bechini, Blaze, un album di dodici tracce che colpisco all’ascolto come piogge meteoritiche corpose e voluminose. Nei suoni inquieti dei Vandemars si possono avvertire echi alla Siouxsie and The Banshees (la voce di Silvia Serrotti non è da meno per estensione e incisività), richiami ai primi lavori di Pj Harvey e influenze new wave. L’album procede per cambi di direzioni sghembi e il sound si increspa di continuo allontanando di volta in volta il rischio della prevedibilità. Ad attestare tutto ciò è il brano di apertura, My Cage; un rock isterico in cui gli strumenti in gioco si sovrappongano gli uni agli altri quasi a creare dei giochi solisti che incarnano alla perfezione il significato del testo (The noise is my sound now / it’s a shout in my cage!). ‘ascolto procede con Always The Same che tratteggia il tema della monotonia puntellando un ritornello che rimane presto in mente (Cause you blablabla is always the same); il pezzo richiama ai primi Skunk Anansie e la voce sdoppiata crea suggestive varianti melodiche rinvigorite dalle chitarre e dal basso preciso come un tratto a china. In A Circle For Me è la batteria di Francesco Bucci a portarsi in evidenza, coi suoi rullanti al trotto e in costante accrescimento in contrasto con la dolcezza del piano e della chitarra acustica di Paolo Benvegnù; il tutto viene spezzato e acidificato dal sax che entra a metà del pezzo. Vero sfoggio di abilità e bravura è Naked Pure dove non solo la voce di Silvia Serrotti si dispiega appieno, ma la volubilità sonora diventa un valore aggiunto; i suoni si sgonfiano, l’inizio del brano – che farebbe pensare ad un finale lento e malinconico – muta per contrappunto in una violenta esplosione di energia. A smorzare tale impeto ci pensa It’s Mine It’s Yours, un gioco incrociato di parole per un similare gioco incrociato di suoni in cui chitarra acustica e batteria si tappano la bocca a vicenda in una sorta di tacita competizione. Che la band si confronti con pezzi suonati quasi in modalità acustica (ad esempio Victim che vede Paolo Benvegnù unire la propria voce a quella di Silvia Serrotti) o con soluzioni dalle tinte elettriche, non intacca il risultato finale; la band vincitrice nel 2010 dell’Italia Wave Band In Toscana riconferma le proprie qualità e rilancia oltre, realizzando un album ipnotico in cui si avverte la cura per il dettaglio e per la ricerca stilistica.

Vandemars su myspace

Giulia Bertuzzi
Giulia Bertuzzi
Giulia vede la luce (al neon) tra le corsie dell'ospedale di Brescia. Studia in città nebbiose, cambia case, letti e comuni. Si laurea, diventa giornalista pubblicista. Da sempre macina chilometri per i concerti e guadagna spesso la prima fila.

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