Ventura – We Recruit (Africantape, 2010)

Gli svizzeri Ventura ritornano all’assalto con il loro secondo lp We Recruit, in uscita per Africantape, ormai affermata scopritrice di talenti del post rock più ruvido e pesante. A differenza dei loro compagni di etichetta Marvin (qui recensiti), non si riscontrano alcune contaminazioni elettroniche e nemmeno ghirigori strumentali culminanti in caotici cammini verso il rumore bianco. Circoscrivendo il loro raggio d’azione musicale al post-punk, al grunge e al post-core dei ruggenti ’90, i Ventura in queste nove tracce riescono a comprimere le debordanti distorsioni e le inevitabili (ai tempi) derive solistiche dell’epoca. Colpa dell’errata scomposizione di post-punk, qui c’è più punk che post e due sono le prove tangibili: su nove pezzi, quattro non superano i quattro minuti (e nei rimanenti cinque pezzi al massimo si giunge ai sette minuti e spicci della conclusiva Demons, la più lamentosa, in senso negativo) e una di queste è Twenty Four Thousand People, semplice canzone di pochi accordi, forse anche banale, ma che colpisce. Non che la potenza sia un’eccezione in questo disco (sono presenti tanti colpi al bassoventre, quasi in ogni traccia), piuttosto è questa deviazione inaspettata, ma non inopportuna, che rende il viaggio più piacevole e meno monotono. La valutazione conclusiva sarebbe positiva già per questa capacità di non perdersi in chiacchiere, o meglio in divagazioni strumentali fini a se stesse, in più rilanciano con delle canzoni non da sottovalutare, come il singolo With Ifs e la nirvaniana Why You’re Not a Coin. Lavoro compatto.