giovedì, Novembre 7, 2024

WAVVES – Wavvves (Fat Possum – 2009)

wavvesPrincipale protetto di schiere di blogger americani, che in lui vedono il miglior esponente della nuova corrente musicale che mescola melodie anni ’60 a quintali di feedback e distorsioni tra garage e Jesus & Mary Chain, Wavves (vero nome Nathan Williams) giunge al secondo disco per Fat Possum/Bella Union, dopo l’esordio sulla piccola Woodsist. Come detto, c’è chi lo considera un genio, capace di estrarre schegge di melodie surf di ottima qualità da muri di noise, a tratti denso e furioso, a tratti nebbioso ed acido. L’impressione che si ricava dall’ascolto di “Wavvves” (sì, con tre V), prescindendo da cartelle stampa e recensioni entusiastiche di oltre-oceano, è invece diversa. Ci si trova davanti a bislacche sperimentazioni sulla forma canzone, che spesso lasciano il tempo che trovano, correndo anzi il rischio di diventare insopportabili. Ciò accade per esempio nel ralenty più che fastidioso che caratterizza gli oltre 4 minuti di “More Fur”, nella più breve “Goth Girls”, con incerti e decadenti synth post-punk, o nella conclusiva “Killr Punx, Scary Dem”, rumore con un moaning in sottofondo senza un perché. Certo, qua e là emerge qualche sprazzo di luce, con armonie interessanti ma comunque derivative. E’ il caso di “So Bored”, che ripulita potrebbe essere un ottimo pezzo power-pop, oppure di “Sun Opens My Eyes”, con il suo finale ripetitivo ma non disturbante. O della migliore del lotto, “Get In The Sun”, con chiarissimi riferimenti ai Beach Boys fin dal titolo. Ma sono lampi che non riescono a giustificare tutto l’hype creatosi attorno al musicista di San Diego, che sembra niente più che una specie di fenomeno mediatico, seppur ristretto all’underground. Lo stesso discorso potrebbe essere ampliato all’intera nuova scena americana di cui fa parte, ribattezzata shitgaze: poche idee, gestite pressoché allo stesso modo da una schiera di band e solisti (ad esempio Times New Viking, Zola Jesus, Psychedelic Horseshit) molto probabilmente destinati a restare per ben poco tempo sulle homepage di Pitchfork e delle altre webzine.

Fabio Pozzi
Fabio Pozzi
Fabio Pozzi, classe 1984, sopravvive alla Brianza velenosa rifugiandosi nella musica. Già che c'è inizia pure a scrivere di concerti e dischi, dapprima in solitaria nella blogosfera, poi approdando a Indie-Eye e su un paio di altri siti.

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