A due anni dall’esordio con WHB, a gennaio We Have Band hanno dato alle stampe Ternion registrato a Londra presso il Flesh & Bone Studios del famigerato Luke Smith (Clor). Caratterizzato dall’uso copioso di strumenti analogici, l’album rappresenta ciò che si potrebbe definire uno slancio della new wave anni ’80 nel grande e glamour calderone elettronico. Per i quaranta minuti che compongono Ternion, le suggestioni (ormai) vintage si sprecano; i suoni prediligono le linee di basso, le melodie si addentrano su spartiti oscuri, cupi, decisamente poco scanzonati. A partire da Shift, brano d’apertura che potrebbe provenire da un b-side degli Editors, fino alla più orecchiabile Where Are Your People, il trio di Manchester imperversa a battere sull’asse inaugurato dal conterraneo Ian Curtis. Tuttavia porsi nella scia di una tradizione così gloriosa, comporta inevitabili ostacoli. Nel caso dei We Have Band possono riassumersi in due: l’uniformità e il citazionismo spinto. Rispetto al primo disco, impulsivo ai limiti del sanguigno, Ternion sembra essere il risultato di uno studio più ragionato, forse pianificato con eccessiva attenzione, tanto da essere meno coinvolgente rispetto agli intenti. Se la ricerca vocale ha raggiunto buoni obiettivi – e difatti la miscela vocale di Darren Bacroft, Dede WP e Thomas WP, funziona più che bene – le melodie agonizzano o scompaiono del tutto. Visionary (singolo che ha anticipato l’uscito del disco) propina per un tempo eccessivo, cinque minuti, la ripetizione offerta dal synth, Rivers Of Blood parte con un buon attacco, ma si sgonfia proprio sul ritornello deludendo le attese e Steel In The Groove prova a giocare sui terreni proprio della house. È nella seconda parte di Ternion che le cose migliorano. Con After All e Tired Of Running si raggiunge un buon equilibrio fra la componente rock e elettronica, la partitura musicale è più uniforme e lineare. E così anche per Where Are Your People, forse fra i più efficaci brani del disco che facilmente diventerà un cavallo di battaglia per le session live. Non è esattamente un bilancio positivo quello che accompagna Ternion, ma nonostante ciò non catastrofico; dell’album restano pezzi realmente validi (Tired Of Running, Where Are Your People) seppur in quantità minore del previsto. Non c’è ragione e per la quale in futuro non si debba conferire a We Have Band credito e fiducia, soprattutto se si considera che giunti al secondo album della loro carriera, abbiano deciso di forzare l’esigenza di crearsi una propria via piuttosto che percorrere quella che già, felicemente, avevano intrapreso.
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Tracklist:
Shift | After All | Where Are Your People | Visionary | What’s Mine, What’s Yours | Steel In The Groove | Tired Of Running | Watertight | Rivers Of Blood | Pressure On [/box]