Nell’intervista che segue, abbiamo volutamente lasciato un po’ in ombra le collaborazioni importanti di Asso (da citare anche il consolidato sodalizio con Marco Parente) per concentrare maggiormente l’attenzione sul suo lavoro come solista e soprattutto sull’uscita di Poste e Telegrafi. L’album, pubblicato ufficialmente il 27 marzo via Important Records, convince e appassiona per tanti motivi – già messi bene in evidenza su queste pagine nella recensione pubblicata qui su Indie-eye – e soprattutto ha il grande merito di imporre definitivamente all’attenzione Alessandro Stefana non solo come musicista poliedrico e ricercato (in tutti e due i sensi) ma anche come artista compiuto e con molte cose da dire. Gli abbiamo chiesto di raccontarcene un po’ e lo ringraziamo per avere accettato di buon grado. Buona lettura.
Indie-eye: Partiamo da te. Sei un polistrumentista con una predilezione per la chitarra, che si diletta con strumenti inconsueti ma anche con la strumentazione elettronica. Com’è nata questa passione per il “suono” e qual è la tua formazione musicale?
Asso: Ho avuto l’enorme fortuna di crescere in una famiglia che, fin da piccolo, mi ha trasmesso un grosso amore per la musica. Mio padre ha sempre suonato la chitarra e per un periodo addirittura tutta la famiglia era alle prese con uno strumento, perfino mia madre e mia sorella al pianoforte… Quindi dall’età di sei anni ho iniziato a studiare chitarra classica e durante l’adolescenza mi sono nutrito di punk con Sex Pistols, Ramones, etc etc… Allo stesso tempo suonavo sia questo tipo di musica che in un gruppo diciamo di musica “da camera” inteso più come piccola stanza che nel senso più comune del termine… uno dei componenti mi fece conoscere la Penguin Cafè Orchestra e da qui è iniziata una nuova visione della musica in generale. Ascoltavo nello stesso periodo due cose totalmente diverse che mi piacevano allo stesso modo (più tardi scoprii che in qualche modo erano legate tra loro, Simon Jeffes della PCO fece ad esempio l’arrangiamento d’archi nella versione di Sid Vicious di My Way). Un ensemble come la PCO, ascoltato in età così giovane e a stomaco vuoto (nel senso che era tra le prime cose oltre al punk di “musica” che ho ascoltato) non può fare altro che lasciare dei segni indelebili. Crescendo mi sono accorto di essere totalmente attratto da qualsiasi cosa emetta un suono, che siano strumenti acustici da ogni parte del mondo (banjo, ukulele, sitar, balafon, mandolino, chitarre di ogni tipo, charango, krar) piuttosto che elettrico-elettronici (steel e pedal steel guitar, organi, drum machine, leslie, echi, strings machine, omnichord) ed ho iniziato una lunghissima “collezione” di strumenti, ancor oggi in continua evoluzione.
Indie-eye: Parliamo dall’album appena uscito. Ciò che mi ha colpito subito di Poste e Telegrafi è il suo potere evocativo. I suoni e le atmosfere del disco richiamano alla mente immagini e scenari quasi palpabili. Ascoltando “Semi Tostati Di Cielo” mi sono visto su una vecchia locomotiva da film western che attraversava il deserto alzando un sacco di polvere…
Asso: Sì, il potere evocativo della musica è una componente che mi attrae moltissimo; concepisco il suono come un materiale da modellare per creare dei veri e proprio paesaggi sonori esattamente come qualcuno lavora il legno per ricavarci un tavolo… Mentre suono o lavoro a queste cose ho l’impressione di “abitare” realmente in questi luoghi e penso che la musica sia davvero un posto incredibile… Per il brano che citi, mi ricorda più una locomotiva in viaggio verso la luna…
Indie-eye: Il richiamo al western è fortemente presente nei suoni e nel concept del disco. Cos’è che ti attrae in particolare di quell’immaginario?
Asso: Il richiamo al western proviene sicuramente dalla mia infanzia. Da piccolo, la cosa che occupava il mio tempo, più dei cartoni animati, erano proprio i film western e questa mia grande passione per i cavalli… Saranno state le grandi praterie, le lunghe cavalcate, i fagioli sul fuoco, la siesta a darmi una bellissima sensazione di libertà e a farmi diventare letteralmente pazzo davanti al televisore. Più di un cane desideravo una pecora, al punto che mio padre me la comprò veramente…. Quindi è una componente realmente “vissuta”. Sicuramente tutto questo è fondamentale nella musica che oggi compongo. Più avanti ho cominciato ad interessarmi anche alla storia ed agli autori di questo tipo di musica, dove oltre a Morricone adoro Johnny Cash, Jack Nitzsche, Woody Guthrie, Bob Dylan, Hank Williams, Dock Boggs, Bill Monroe, Earl Scruggs… Poi alla filmografia in particolar modo del nostro Sergio Leone piuttosto che John Ford o Sam Peckinpah….
Indie-eye: Creare immagini e paesaggi a partire dal suono è un procedimento affine ma diverso dal creare suoni che accompagnino immagini o filmati… vista la tua passione per il cinema immagino che ti stimolerebbe ugualmente lavorare ad una colonna sonora… progetti in cantiere in questo senso?
Asso: Sì, in effetti è una cosa che mi piacerebbe moltissimo ma non mi si è presentata ancora l’occasione. Comunque il “laboratorio” in cui prende vita la mia musica, il “Perpetuum Mobile” sta per essere attrezzato anche in tale senso, quindi tra poco avremo la possibilità di poter suonare vedendo proiettate immagini…
Indie-eye: A proposito, Poste e Telegrafi ha un’ottima produzione, cosa fondamentale per un album strumentale e così attento al “suono”. Cos’è esattamente il “Perpetuum Mobile” e come funziona?
Asso: Mi piace definire il “Perpetuum Mobile” non come studio di registrazione ma più come “laboratorio di musica”. Anni fa, dopo varie registrazioni in camera da letto, questo cominciò a non bastarmi. Avevo la necessità di trovare un luogo dove fare musica. Ebbi la fortuna, proprio in quel periodo, di trovare due stanze in un bellissimo casolare di campagna vicino casa. Così è nato il Perpetuum Mobile. Più tardi ho deciso di condividere questa esperienza con il tecnico del suono Marco Tagliola e Alessandro Paderno (lmall). Di fatto viene prodotta la nostra musica e fondamentalmente tutto quello che ci piace (ad esempio lì sono nati molti dei brani degli ultimi dischi di Marco Parente, qualcosa con Goodmorningboy, Mattia Coletti, Marco Tagliola ci ha registrato parte del disco di John Parish) con la prospettiva non di guadagnarci dei soldi ma di divertirsi facendo musica.
Indie-eye: Ci sono molti ospiti piuttosto importanti che hanno partecipato a Poste e Telegrafi. Con Marco Parente hai inciso diversi album, ma come sei arrivato a un “mostro sacro” come Marc Ribot?
Asso: Considero Mr. Marc Ribot “La chitarra”… Stavo per ultimare le registrazioni di Poste e Telegrafi esattamente nel momento in cui si lavorava al disco di Vinicio Capossela Ovunque Proteggi. Fu un pomeriggio che incrociai Marc Ribot in studio di registrazione, ed ebbi la fortuna di vedere questo genio al lavoro… ma non spiaccicai una sola parola e lui naturalmente non sapeva chi fossi. Tempo dopo gli scrissi una mail dove mi presentavo come “the cheap guitarist of Vinicio…” e gli spedii il brano “Poste e Telegrafi Blues”. Passarono parecchi mesi ed a un certo punto lui mi scrisse dicendo che aveva ultimato la registrazione e si complimentava con me descrivendo il brano come assolutamente COOL. Più avanti la sorpresa bellissima di trovare il mio pezzo registrato e riarrangiato in una versione del suo nuovo trio micidiale: Ceramic Dog. Mi è proprio arrivato in questi giorni il loro disco nel quale compare anche il mio brano ribattezzato “Digital Handshake”. E’ un’enorme piacere.
Indie-eye: L’album è stato da poco pubblicato da Important Records. Com’è nato il contatto con l’etichetta americana?
Asso: Il grosso del lavoro di questo disco non è stato tanto concepirlo e registrarlo ma è tutto quello che ci è stato intorno, soprattutto se devi sbrigare la faccenda da solo. Feci una cernita di etichette (quasi tutte straniere) e spedii il disco in copie fatte a mano. Dopo qualche mese cominciai a ricevere risposte…alla fine mi contattarono alcune etichette che erano seriamente interessate alla pubblicazione tra cui la LAST VISIBLE DOG (con la quale avrò la possibilità di collaborare in futuro) e la EXTREME (etichetta anche dei primi dischi di Jim O’Rourke) scelsi IMPORTANT RECORDS, oltre che ad una questione di stima, per via dei tempi di produzione del disco e della distribuzione in Europa, molto importante.
Indie-eye: Ti sei concentrato maggiormente su labels straniere per avere maggiore visibilità anche all’estero, o pensi che in Italia ci sia minore attenzione per la musica strumentale o comunque distante dagli standard pop-rock?
Asso: Le prime etichette alle quali ho spedito il disco sono state WALLACE RECORDS e DIE SCACHTEL. Due grandissimi patrimoni, dal punto di vista dell’indipendenza italiana. Non potendo entrambe pubblicare il disco mi sono trovato obbligatoriamente a voltare pagina verso l’estero, dove non credo tanto che ci sia maggior attenzione nei confronti della musica strumentale quanto un circuito molto più ampio rispetto al nostro.
Indie-eye: Stai andando in tour proprio in questi giorni. Come riesci a riproporre dal vivo la ricchezza di suoni di Poste e Telegrafi? Fai tutto da solo oppure ti supporta una band? Quanto spazio dedichi all’improvvisazione nell’approccio live?
Asso: Poste e Telegrafi in realtà, salvo le sovraincisioni degli “ospiti”, è stato registrato e prodotto tenendo ben presente che era un lavoro da solista quindi non pensando ad un suono di gruppo, quasi tutto è stato registrato in presa diretta. Dal vivo non è complicato ricreare le atmosfere del disco in quanto porto con me tutti gli strumenti che ho utilizzato durante le registrazioni: omnichord, echi, balafon, pedal steel guitar, chitarra elettrica, banjo, vinili. Solitamente sono solo sul palco con Marco Tagliola al mixer ed effetti sonori, oltre che al basso. L’ultimo concerto fatto, nella mia città, era ben diverso. Alcuni brani in solo poi la parte centrale e finale del concerto con questo nuovo gruppo formato da me, Zeno De Rossi alla batteria e Danilo Gallo al contrabbasso (del collettivo El Gallo Rojo) i GUANO PADANO. Tra un po’ usciremo allo scoperto. Finora ho fatto pochi concerti, anche per via dei miei impegni, ma comunque tutti diversi e dando parecchio spazio all’improvvisazione.
Indie-eye: Il nome direi che promette bene! Certo che con te, Le Man Avec Les Lunettes, il gran lavoro di MyHoney Records si direbbe che non ci si annoia dalle parti di Brescia… che sta succedendo esattamente?
Asso: In realtà a me non sembra sia cambiato molto… Probabilmente le cose che oggi stanno succedendo fanno parte del raccolto di qualcuno che ha seminato qualche anno fa… e mi viene in mente gente come Paolo Benvegnù al quale personalmente devo davvero molto. Oltre ad essere la prima persona a scommettere su di me ed il gruppo di cui facevo parte, i Lumière Electrique, mi aprì una porta dorata facendomi crescere come roadie dei compianti Scisma, un’esperienza magnifica che mi ha marcato a fuoco.