Una coppia di amanti si divide il giorno della strage di Piazza Fontana. Un addio senza una precisa motivazione e un incontro casuale a distanza di tren’anni. Questo è il contesto (a non voler parlar di ‘concept’) da cui hanno tratto ispirazione gli Amor Fou per questo primo album intitolato “La Stagione Del Cannibale” e pubblicato da Homesleep. La band, nata nel 2006, annovera tra le sue fila Cesare Malfatti (La Crus), Leziero Rescigno (Soul Mio), Luca Saporiti (Lagash) e Alessandro Raina. È proprio all’ex voce dei Giardini Di Mirò che spetta il difficile compito di sviscerare questi intrecci di vita che passano attraverso l’amore, la storia, la cronaca italiana, la politica e il tempo. Il progetto è più che ambizioso e sorprendentemente riuscito. Merito soprattutto dello spessore delle liriche di Raina, la cui scrittura è capace di uno strabismo letterario che abbraccia passato e presente nello stesso sguardo. Le canzoni de “La Stagione Del Cannibale” raccontano e cantano con un autentico gusto per la narrazione, coinvolgono, incantano. Le melodie di Raina hanno gioco facile nell’incastrarsi su malinconiche parti strumentali che viaggiano tra il chitarristico e l’elettronico: suggestioni di casa Morr, una buona iniezione di Notwist e Radiohead, ma a tratti si intendono anche i Blonde Redhead (in particolare nell’ottima “Venti Giorni Di Vita Di Una Donna Famosa”). Questi suoni molto ben prodotti e impeccabili arrangiano un panorama sonoro ricco ed esteticamente denso dove, mi ripeto, i testi giocano un ruolo essenziale nel garantire quel ‘supplemento d’anima’ senza cui la sostanza cederebbe inevitabilmente il passo alla forma. E per quanto sia forse proprio la scelta di questi suoni a sembrare oggi un po’ nostalgica e passatista – a voler trovare il classico pelo nell’uovo – “La Stagione Del Cannibale” in ogni caso potrebbe riuscire nell’opera meritoria e sempre necessaria di spiegarli al grande pubblico. Anche perché è lì che puntano gli Amor Fou.
Veramente notevole.