Rock chitarristico volto a imporre i testi in primo piano: questa a primo acchito la scelta dei fratelli Bosio, che hanno intitolato il gruppo come si faceva con le aziende di una volta a conduzione familiare, con il loro album di debutto, anzi di abbrivio (dato che il termine arcaico vuol significare un inizio con slancio). E lo slancio si sente, nella dinamica poco lineare delle canzoni, nell’approdo lirico a scritture personali. La loro è musica apparentemente semplice, facile all’ascolto, senza sperimentazioni che ne alteri la fattura: talvolta banjo e piano vengono ad arricchire le composizioni, soprattutto contribuendo ad accentuare i temi agresti e ruspanti. Non possiamo parlare di ritorno alla terra, tutt’al più di frequentazione assidua, ricordandosi della città (Genova nel loro caso) nei momenti del bisogno, quando l’alienazione può portare all’assenza da sé, in stile Pirandelliano. I cani, i boschi, la natura, la pioggia paiono materializzarsi anche nella musica oltre che nei testi, pur non portando i segni di un country/folk riconoscibile. E’ che la scelta elettrica-acustica fatta in questo modo artigianale, con molto tempo speso (dal 2007 al 2012), i progetti paralleli (tra cui Tarick1 del quale ho parlato qui, Nda) che portano via del tempo, fanno sì che questo figlioccio porti i valori interi del gruppo. Per fare un esempio, la disperazione amorosa viene tradotta così in Non so più bene da quando, l’uptempo d’apertura: il tempo passato invano a covare rancore, a cavar tormento, avanti indietro in mezzo al cemento, ho rimesso via. E così via, in un incedere lirico che potrebbe avvicinarsi alla poesia italiana di fine secolo piuttosto che ai testi proposti dalle realtà alternative attuali. L’Abbrivio riesce a passare via liscio ai primi ascolti ma a volersi far riascoltare per le melodie di tono pop che suonano efficaci e memorabili (non come, ahimè tocca ripetermi, formazioni come gli ultimi …A Toys Orchestra, che vanno giù come una spuma bionda, senza che la sete passi e l’impatto sia minimo). Si necessita di secondi e terzi ascolti per poter entrare nel burbero mondo di Pietro Bosio, fatto di pesci, solitudini, in una sorta di Into The Wild contemporaneo, filosofico e senza abbandonare il quotidiano, ma piuttosto cercando di arredarlo con pensieri degni di nota. Poeticorock.
[box title=”Bosio – L’Abbrivio (The Prisoner Records, 2012)” color=”#5C0820″]
Tracklist:
Non so più bene da quando | Lontano | No vatican no taliban | Cimento | Che fare? | Modo e modo | In auto | Casa piccola (a F.B.) | I merli | Polvere 6 | Verrà la pioggia [/box]