Una marcetta a far da singolo e un lato b tutto whoo whoo: Ed si presenta così, in una nuova riedizione dei magici sixties e delle copie nineties, con un’autoproduzione a tutti gli effetti (artwork da lui disegnato e tutti gli strumenti da lui suonati, con aiuti occasionali).Ritengo che le due tracce siano quanto di più pop Ed avesse in serbo, tanto da promuoverle in quanto possano vivere di vita propria e reggere un’operazione a basso costo con il massimo di ritorno pubblicitario. E visto che la visibilità è quello che manca al giovane emiliano, niente di male in tutto ciò. I paragoni si spendono numerosi: La’s, Beck in acustico, Annie Hall per tirar fuori un paragone italico, qualsiasi cosa di sixties abbia a che vedere con una Rickenbacker. Dopo il primo Lights On Lights Out prodotto da miss Antolini, si vede che la sostanza c’è anche senza i grandi nomi, segno che può andare oltre il primo episodio senza sorprese negative. Desert Beyond incuriosisce se non altro per l’aspettativa che crea, che è quella di sentire i lati B, gli scarti in acustica e via, gli up-tempo, e non i singoloni qui rappresentati egregiamente.
[box title=”Ed – Desert Beyond (Vulcanophono Collective, 2012)” color=”#5C0820″]
Don’t Shake You | Missing the Point [/box]