La Ice for Everyone di proprietà degli Zen Circus è solita produrre album di debutto, ma per questo pezzettino di storia italiana si sono addirittura permessi di ristampare un disco di quindici anni fa, che come tale però non suona. I livornesi Flora & Fauna rispolverano il loro debutto del 1998, un po’ per rendere dovuta giustizia a quell’episodio, dimostrare l’a-temporalità del post rock di matrice Fugaziana e mostrare che si è sempre vivi a più di vent’anni dalla formazione. Se la moda dei Novanta sta cominciando a prendere piede, il rock tagliente in stile Steve Albini ancora non molla la presa, e la sua lucidità, pulizia del suono, le sue variazioni geometriche non lasciano l’ascoltatore inosservato. Aggiungeteci l’azzardo di voler cantare in italiano, adesso sdoganato e preso come obbligo ma ai tempi segno di provincialismo e di vergogna per l’implicita e sottintesa inferiorità del nostro Paese. Il Teatro degli Orrori ha costruito sopra questo azzardo il segreto del loro successo, i Flora & Fauna più modestamente ne fanno la ragione di vita del loro gruppo. I giovani virgulti del basso sventrato e delle batterie simil punk rock potranno benissimo assimilare la lezione di giorni, sperando che la matrice emo-core venga estirpata per tornare alla purezza della parola e del suono avulsa dal sentimento. Sperando che possano imparare a sperimentare ascoltando la conclusiva cantilena e a strutturare canzoni devastanti come materia 3. Non si sente comunque alcun sentimento di rivalsa verso il nuovo che ha preso a piene mani anche da loro. Un mare di modestia e di onestà, come se fossero ancora un valore, come se non fossero passati più di vent’anni.