La carta vetrata con il cuore cronometrico degli XTC più elettrici, voce e handclaps con le furberie à la Bowie introducono Tiger, il brano d’apertura del nuovo Ep degli Hollowblue costituito da quattro tracce interamente scaricabili dal sito della Midfinger e anticipo sul primo full lenght della band intitolato Stars are crashing (in my backyard). Progetto nato intorno a Gianluca Maria Sorace, gli Hollowblue avevano già pubblicato nel 2004 un mini album per la Suiteside Records, quel What you left Behind che vedeva la collaborazione di Anthony Reynolds dei Jack in una traccia intitolata Io bevo, segnale preciso di una direzione torch e umida che alla stampa specializzata ha permesso di parlare di Tindersticks, Divine Comedy e Nick Cave. We fall, la seconda traccia dell’ep in questione, richiama in un certo senso questo universo sonoro anche se l’attenzione alla timbrica e alla separazione netta degli elementi fa pensare in parte alla poetica acustico orchestrale del Sylvian/Sakamoto di Secret of the Beehive in un risultato davvero interessante. Jodie Foster, la terza traccia, riconduce alla tensione drammatica e sporca del songwriting di Stuart Staples prima maniera, con quella saturazione chitarra/violino/piano che sovrappone i timbri in caotica bassa definizione. La danza alcolica di Waltz of Windy clouds gioca apparentemente con le retorica circense di Nick Cave ma sterza verso un tappeto orchestrale che fa pensare ad un mellotron Schizoide e progressivo; una strana frizione quella di Hollowblue, in bilico tra scordature emozionali e l’architettura di un pop cesellato in suoni e narrazione, spinge l’ascoltatore a riallocare le proprie abitudini e a riconfigurare riferimenti, appartenenze, racconti; retorica di un suono nella sua versione più riuscita. Gli Hollowblue sono presenti su myspace con questo profilo, mentre per scaricare l’ep della band è necessario recarsi presso il sito di Midfinger , registrarsi come utenti e procedere con il download.