Nota preliminare: se cercherete informazioni su questo disco troverete solo l’account Bandcamp del gruppo con la cronologia delle uscite discografiche (due sole, un singolo in vinile, Nelson, e il disco in questione che contiene il singolo), un profilo myspace non del tutto aggiornato, la classica scheda senza recensione inserita dalle testate che giocano sporco con Google e qualche disambiguazione sulla cultura celtica ed altri studi storici a causa del bizzarro titolo. Altri testate o blog di critica musicale non riportano notizia alcuna. Inoltre, a parte le note di copertina, del gruppo non si sa assolutamente niente, se non che hanno preso in prestito il nome dall’omonimo film di Richard Brooks del ’66, Western con Claudia Cardinale, Burt Lancaster e un Lee Marvin gravido d’alcool.
Detto questo, sono comunque onorato di porre la prima pietra critica sull’esordio di questo gruppo che presumo svizzero (sia per la definizione cisalpini che per la registrazione del disco avvenuta a Zurigo). Mi stupisco che non vi siano altre referenze possibili in giro per il web, soprattutto perchè questo disco è quello che ci voleva in questo 2012. Perchè se ci si logora il fegato sul Mondo Nuovo che è troppo nuovo per molti, i Professionisti si sono messi di buona lena per fare un disco, un vero disco: fresco, sincero, completo senza durare 78 minuti. Il power trio si impegna su un rock anni ’60 con la tecnica e l’ingegno indie. Citano Clem Sacco e Johnny Mondo, e di queste meteore del rock’n’roll italiano prendono la genuinità, la freschezza e l’incoscienza di dire cose che potrebbero suonare fuori moda e sciocche, ma con la coscienza di un gruppo che vive negli anni ’10. Sono sinceramente retrò e genuinamente fuori dal tempo. E come se non bastasse riescono a dare modo di esprimersi sui classici temi d’amore, Che cosa c’è, citando Gino Paoli e i Diaframma con r moscia inclusa, una sciccheria oltre il radical chic; sui temi generazionali, La mia testa è un inferno, in stile Bud Spencer Blues Explosion, e Eroi nel Fango, passivi nel narrare ma attivi nel restituire le botte; creando pure storie cantautorali come per esempio Gli scassinatori romantici, molto più vicini al Derby di Milano di quanto i Baustelle abbiano mai provato a fare finora, e Il blue del benzinaio, con l’amore tutto baci di un tempo che fu. Tutto a ritmo di varianti blues, non ancora beat, per niente rock’n’roll, ideale per piccoli club in stile Cavern Club (sempre che si propongano live). Talvolta ci s’imbarca verso il Sudamerica (Da Rio a Manas, come si può evincere) ma il ritorno in provincia c’è sempre.
Uno strano caso, quello dei Professionisti. Meritevoli di hype da tutto il mondo italiano della critica musicale, dove qualunque registrazione viene definita opera e subito definita, inquadrata, recensita appunto, non sono considerati affatto. Qui potete ascoltarli. Fatelo e poi dite la vostra su Facebook, Twitter, sul vostro blog, sui muri. E’ il miglior modo per rendere giustizia a questo disco, sostanzioso dall’artwork fino a ogni singola traccia. E indirettamente fare pari con la fuffa che circola in giro, troppo fumo e zero arrosto.
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Il bandcamp di skank bloc records
I professionisti di Richard Brooks su facebook
I Professionisti sono
Lapo Boschi | Mirko di Lanzo | Ennio Liverani
Registrato da Carlo Simoni a Zurigo, 2011
che cosa c’è | piove nel mio aperitivo | t’avevo detto… | gli scassinatori romantici | eroi nel fango | da Rio a Manaus | il treno | la mia testa è un inferno | conchiglia | il blues del benzinaio | nelson [/box]