Un altro tema che appare più volte nelle tue canzoni è legato direttamente al mondo musicale, visto per una volta in modo non serioso, come spesso invece accade. In questo caso lo fai fin dal titolo dell’album, in passato in canzoni come L’ultimo piacere e poi stop o in Cosa fischietta l’artista vero. Come ti trovi all’interno della cosiddetta o famigerata scena indie?
Mi trovo bene, anche se non sono un granché considerato: ci sono in effetti nomi molto bravi e meritevoli dell’interesse che riscuotono, come i Virginiana Miller, lo stesso Dente…altri non mi piacciono molto, non mi sembrano particolarmente interessanti e l’hype che si crea attorno a loro mi provoca alcuni travasi di bile (“brutta bestia l’ invidia” diceva qualcuno eh eh eh…): l’apice della tristezza però lo trovo nel mondo mainstream, e ci tengo a dirlo: vedo cose molto tristi, gruppi come, non so, i Brocken Heart College (spero di aver sbagliato a scriverlo…) che ora coverizzano pure i Backstreet Boys (come sopra…), o i Finley… C’è questa idea che la musica sia qualcosa che riguarda solo i teenagers: io personalmente vorrei piacere ai 30enni e ai 40enni, e anche oltre….e vorrei proprio vedere i Dari e compagnia davanti ad un pubblico diverso dal solito se avrebbero ancora il coraggio di fare quello che fanno.
C’è qualche canzone a cui sei legato maggiormente tra quelle del disco? Ce ne sono un paio che sembrano molto connesse alle tue esperienze personali, poste verso la fine dell’album
Sicuramente questo è il mio disco più autobiografico e c’è qualcosa di mio in tutte le canzoni: in particolare W la tecnologia e Spaghetti di riso con le verdure senza uova sono quelle in cui parlo più di me e, forse anche per questo, sono anche quelle che preferisco.
Una storia divertente è quella raccontata nel primo brano del disco, cioè Jennifer e la piazza. È basata su un fatto realmente accaduto?
Quella è una canzone un po’ fraintesa, ma la colpa è mia, sono stato volutamente “ermetico”: il testo mi è venuto in mente un pomeriggio quando sono capitato su MTV mentre trasmettevano TRL….Jennifer è una ragazzina “tipo” del pubblico, che si prepara e va a vedere i suoi “idoli”.
Uno dei punti di forza dei Jocelyn Pulsar sono i video, che sono tutti esilaranti e geniali, girati con pochi mezzi e tanta inventiva. So che sta per arrivarne uno nuovo, quello della title-track del disco, in cui ti si vedrà da bambino, da adulto e da anziano, in un mare di citazioni, da Mauro Repetto alla Apple… Puoi dirci qualcosa su come è nato questo video? Tra l’altro per la prima volta c’è stato un certo lavoro anche di post-produzione, con qualche “effetto speciale”. L’hai fatto per adeguarti ai suoni dell’album?
I video sono in effetti parte integrante del mio progetto musicale, francamente credo di essere più conosciuto per quelli che per le canzoni in sé: sì, nel nuovo video ci saranno un mare di citazioni, musicali, calcistiche, cinematografiche, autobiografiche… naturalmente a voi il piacere di scovarle; per quanto riguarda l’aspetto tecnico devo come sempre ringraziare il regista di tutti i miei videoclip, Luca Coralli, che devo dire questa volta si è davvero superato ed ha valorizzato notevolmente la mia idea di base: girarlo è stato molto impegnativo, siamo arrivati anche fino a mezzanotte, ma siamo molto soddisfatti del risultato e non vediamo l’ora di renderlo visibile a tutti.
Hai una grande passione per il calcio, che hai omaggiato per esempio in Garella. In questo momento il Cesena, la tua squadra del cuore, è prima in classifica: a quali giocatori dedicheresti una canzone oggi?
Ho anche scritto e registrato (questa volta davvero in cameretta) un brano dedicato al Cesena in Serie A che si può scaricare gratuitamente da un link sul mio myspace; il videoclip di Garella mi ha portato molta fortuna, è stato segnalato in due importanti festival (il SEDICICORTO International Film Festival e il Mestre Film Festival), la Gazzetta dello Sport.it gli ha dedicato un articolo così come moltissimi altri siti e blog, ormai ha superato abbondantemente le settemila visioni solo su Youtube….oggi dedicherei una canzone di nuovo ad un portiere, cioè al nostro Francesco Antonioli che, a dispetto dei suoi 41 anni, è probabilmente il migliore di tutta la serie A.
Progetti futuri per Jocelyn Pulsar? Live, nuove canzoni, nuovi video?
Al momento spero di riuscire ad organizzare un buon numero di concerti in giro per l’Italia; per quanto riguarda le nuove canzoni è sicuramente un po’ presto (anche se la mia prolificità ormai è proverbiale…) mentre credo che potremmo decidere, con Luca Coralli, di realizzare un secondo videoclip.