venerdì, Novembre 22, 2024

La notte dei lunghi coltelli – Morte a credito (Black Candy, 2013)

Side-project del batterista degli Zen Circus, Karim Qqru, La notte dei lunghi coltelli è un trio dedito ad una commistione di generi e stili, in particolare l’hardcore punk anni ’80 e l’elettronica sperimentale ‘90s in bilico tra violenza Atari Teenage Riot e i selezionati lavori ambientali di Aphex Twin, che in questo Morte A Credito, loro esordio, mira ad indagare le miserie umane moderne appellandosi fin dal titolo all’opera di Céline e di altri autori dello scorso secolo, oltre che alla propria sensibilità ed esperienza.
Tra i due generi citati quello in cui Karim e compagni sembrano più a proprio agio è l’hardcore duro e veloce, attitudine che noi italiani sappiamo fare nostra con ottimi risultati da un trentennio; quando i ritmi calano e si cerca di creare atmosfera rifacendosi ad ambiti più sperimentali il risultato è invece meno avvincente.
Ci troviamo così a farci trasportare dalla rabbia ben espressa di brani come La caduta, che muovendosi in territori Negazione ci trascina verso l’impatto tenendo ben presente che il problema è l’atterraggio, come nella famosa frase dell’Odio di Kassovitz, come La nave marcia, che alterna sfuriate Nerorgasmo a passaggi inquietanti, e come la title-track, tra teatralità ed un approccio HC asciutto e diretto.
Ci sono però altri momenti che fanno calare eccessivamente la tensione: ad esempio gli oltre quattro minuti elettronici e di rumore bianco di Ivan Iljc, che stentano a decollare, i cinque di D’isco deo, litania in dialetto sardo con più di un debito verso i CCCP difficile da seguire sia per il vernacolo utilizzato che per la scarsa evoluzione, e quelli che chiudono il disco, una specie di reading distorto, sibilante e catacombale che fa fatica a comunicare il suo senso.

La notte dei lunghi coltelli su Facebook

 

Fabio Pozzi
Fabio Pozzi
Fabio Pozzi, classe 1984, sopravvive alla Brianza velenosa rifugiandosi nella musica. Già che c'è inizia pure a scrivere di concerti e dischi, dapprima in solitaria nella blogosfera, poi approdando a Indie-Eye e su un paio di altri siti.

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