A distanza di due anni dal loro Ep di esordio (qui recensito), arriva il debutto in long playing per i Low-Fi, da Napoli. Si riparte da dove erano rimasti, con Something traccia di chiusura del precedente episodio, e qui premiata come traccia d’apertura. L’utilizzo della sezione ritmica un pò drum’n’bass un pò dance dona aggressività alle atmosfere già dark che caratterizza l’identità del gruppo. L’uso delle chitarre invece punta a rinfoltire la cappa nera che aleggia sulle suddette tracce. Le aperture melodiche ora spingono verso i Placebo ultimo periodo (Battle for the Sun), sebbene già a The evidence is a missing link, settima traccia su dieci, si pensa già a un modello preconfezionato di costruzione delle canzoni. Quello che contraddistingueva la già citata Something dalle altre tracce nell’Ep era l’essere una mosca bianca nel lotto ristretto di cinque tracce, con il campionamento femminile coinvolgente. Questo misto di punk, wave e pop spolverato di fuliggine per adombrare i lati più solari funziona, se ogni traccia viene presa singolarmente. Nell’insieme la monotonia quasi convince l’ascoltatore dal togliere il disco dal lettore prima del tempo, immaginando già come proseguirà. Steinhaus aggiunge qualcosa in più sul versante elettronico, ma nulla più. Ci si aspetterebbe una deriva verso la dance più convinta e coinvolgente, un drop dubstep che va tanto di moda (pure tra i Korn), una coda completamente elettronica. Invece i Low-Fi continuano a fare il loro lavoro, egregiamente, ma senza troppi guizzi e spunti innovativi. Coerenti.