giovedì, Novembre 21, 2024

Luminal – Amatoriale Italia

Sano casino albiniano quello dei Luminal, gruppo romano che dopo esser passato da quartetto a trio ha deciso di fare a meno della chitarra e di costruire i propri brani sull’interazione tra basso, batteria e voce, registrati per di più in presa diretta. Una scelta obbligata che ha portato buoni frutti, differenziando i Luminal dal calderone pressoché indistinguibile dei gruppi italiani degli ultimi anni. Ben pochi infatti nel mondo indie italico odierno suonano così cattivi, grezzi e violenti, come si faceva appunto ai tempi di Steve Albini, quando l’indie rock era una forza di rottura e non di moda e mollezza, che passava attraverso il rumore che diventava suono. Anche l’approccio ai testi sembra aver risentito del nuovo assetto della band, lasciando spazio ad invettive crude e dirette, che a volte cadono un po’ troppo nella trappola dell’autoreferenzialità indie, anche se da un punto di vista quasi inedito (viene in mente forse solo unòrsominòre) e fortemente critico. Provate infatti a non essere d’accordo con quanto detto dai Luminal in Giovane musicista italiano, vecchio italiano e in C’è vita oltre Rockit: non vi siete stancati anche voi di tutta questa vecchiezza e piattume? Quando invece si affrontano altri temi, la società vera, quella là fuori, tutto funziona ancor meglio, con una visione lucida e senza compromessi, che può ricordare quella di Giorgio Canali o di gruppi di hardcore evoluto come i Laghetto, non a caso omaggiati con una cover di Canzone per Antonio Masa. Da segnalare in particolare Blues del maniaco su Facebook, che un po’ colpisce tutti noi; Lele Mora, 45 secondi litanici e graffianti che simboleggiano bene la nostra nazione oggi “omaggiando” uno dei suoi massimi esponenti; Grande Madre Russia e Essere qualcun altro, che narrano il degrado morale italiano con ironia e cattiveria inedita; Il lavoro rende schiavi, il cui titolo dice già molto se non tutto, sia a chi un lavoro ce l’ha sia a chi ne è sprovvisto; L’aquila reale, che ricorda i primi Massimo Volume, con la voce femminile di Alessandra Perna protagonista narrante più che credibile. Coraggiosi e bravi dunque i Luminal. Speriamo che la fortuna li assista e che siano da esempio per la sempre più asfittica scena italiana. Ma forse sappiamo già che non sarà così.

Fabio Pozzi
Fabio Pozzi
Fabio Pozzi, classe 1984, sopravvive alla Brianza velenosa rifugiandosi nella musica. Già che c'è inizia pure a scrivere di concerti e dischi, dapprima in solitaria nella blogosfera, poi approdando a Indie-Eye e su un paio di altri siti.
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