Margherita Pirri, giovane cantautrice milanese, ha sicuramente del talento. Lo dimostrano le tredici canzoni che compongono il suo Daydream, disco in cui fa praticamente tutto: scrive, suona piano, organo, synth e chitarra acustica, arrangia, produce e, come se non bastasse, disegna copertina e booklet. E ha anche del coraggio e un pizzico di incoscienza giovanile nel fare tutto questo, qualità che devono sempre essere apprezzate: quante oserebbero infatti cantare in quattro lingue nel loro primo disco, non sfigurando in nessuna occasione? E quante scenderebbero con decisione nell’affollato campo del cantautorato femminile con una proposta personale ma al tempo stesso rispettosa delle opere delle muse rock degli scorsi decenni, nonché di tradizioni musicali ancor più antiche?
Margherita lo fa e ne esce a testa alta, con una serie di brani molto interessanti, con qualche passaggio un po’ più debole imputabile all’inesperienza e alla tanta voglia di fare, ma con un livello medio di qualità assolutamente elevato.
I brani migliori sono quelli più minimali, in cui la giovane milanese duetta col suo piano o con la chitarra facendo emergere la sua formazione classica strumentale e vocale, come accade ad esempio nella title-track, in Lonely Moon, che ha una dose di pathos non indifferente accentuata dall’ingresso di un synth non invadente, in Elegie – Lied, dove il tedesco per una volta sembra una lingua dolce e musicale, cosa non facile, o in In Love With You, semplice nella sua scrittura folk ma capace di colpire al cuore. Buoni anche i pezzi in italiano, in particolare Fiore rosa, brano cantautorale con testo interessante, buona melodia e giusta leggerezza, mentre Cara Milano cade forse in qualche cliché di troppo a livello lirico, anche perché di canzoni sul tema ne sono state scritte fin troppe.
Segnalazione finale per quella che è la canzone migliore, la sentitissima She Cried, dove emergono al grado massimo tutte le caratteristiche migliori di Margherita: il piano capace di muoversi tra echi classici e melodia moderna, la voce curata ma non forzata, un testo capace di emozionare. Elementi semplici, ma che se miscelati come si deve possono creare attimi di magia.
Un ottimo inizio quindi per Margherita, non a caso già notata e premiata in concorsi di livello. La aspettiamo a prove future, con la stessa voglia di osare e ancor più convinzione nei suoi mezzi.