I Movie Star Junkies sono tornati con Son Of The Dust, il terzo album, quello che solitamente viene definito della maturità. Forse lo è veramente, date le influenze ben presenti di Leonard Cohen e Neil Young, ragazzi che erano già maturi al primo album. O forse no, data la carica punk che i piemontesi ancora sprigionano dal palco, come hanno dimostrato al Lo-Fi di Milano lo scorso 11 maggio. Proprio in quell’occasione abbiamo incontrato Stefano e Vince per far loro qualche domanda sul nuovo disco e sulle difficoltà che oggi incontra chi fa musica in Italia, anche di livello eccelso come la loro.
Sul sito della OutsideInside Records c’è scritto che due tra i principali punti di riferimento per il vostro nuovo album sono stati Neil Young e Leonard Cohen. Cosa vi ha spinto a prenderli come “fari” per il vostro nuovo songwriting?
S: Ci siamo accorti dagli ascolti in furgone che ultimamente era ciò che stavamo ascoltando tutti quanti senza essercelo detto prima. Quindi è venuto abbastanza naturale scrivere dei pezzi con quelle sonorità. Non l’abbiamo proprio cercato, tutti quanti stavano probabilmente già suonicchiando quelle cose e le avevano in mente. Neil Young molti di noi lo ascoltavano già da un sacco, però è stata proprio una riscoperta, non solo dei primi album tra l’altro, ma anche di altri meno noti.
Quindi la diminuzione del lato selvaggio del vostro suono è dovuto solo a queste influenze o anche ad altre idee ed intenzioni?
S: In effetti c’è stata, da un disco all’altro, una discesa per quanto riguarda l’aggressività del suono, però non è una cosa pianificata: potresti pensare il contrario se per esempio ascolti il 10” uscito tra questo disco e il precedente è ultra-selvaggio. Erano out-take, non come qualita, ma più agitate, che non abbiamo messo nel disco precedente e che abbiamo tenuto separate. Quindi il concetto è che non è una cosa pianificata, nulla ci vieta di tornare a suoni più aggressivi. Anzi, paradossalmente, con il tour di Son Of The Dust stiamo facendo un live più selvaggio di quelli precedenti, inserendo anche pezzi dei primi dischi. Anche i brani di Son Of The Dust dal vivo vengono molto più tirati.
Avete appena citato il 10” e visto il buon numero di uscite che avete fatto su 7” e altri formati volevo chiedervi se gli album e queste uscite sono sullo stesso piano. Se uno vuole capire cosa sono i Movie Star Junkies può ascoltare solo gli album o deve dare attenzione anche al resto?
S: Molte band fanno uscire sui 7” gli stessi brani che mettono sui dischi, cosa che invece a noi non è mai capitata se non in paio di occasioni. Questo in generale perché è il nostro modo di lavorare: sui 7”, sui singoli, cerchiamo di più la sperimentazione, facciamo degli esperimenti, andiamo un po’ di qua e un po’ di là, e poi sul disco raccogliamo le idee che abbiamo accumulato nel tempo. La maggior parte dei nostri 7” sono usciti nel periodo dal 2005 al 2009, che era un periodo in cui le nostre vite erano diverse, i nostri impegni eran diversi e avevamo tantissime robe da fare uscire, che non ci sarebbero state nemmeno in un triplo album. Adesso come adesso, che tutti hanno una vita che è maturata, impegni, lavoro e altre cose, è già abbastanza difficile riuscire a incontrarsi per scrivere un album. Però ne stavamo parlando ultimamente di ricominciare a registrare e a tirar giù delle idee come ai primi tempi, una cosa quindi più immediata. (continua alla pagina successiva…)