giovedì, Novembre 21, 2024

Tarick1 – Hail to the Kitchen! (The Prisoner Records, 2012)

I progetti paralleli che non ti aspetti. Leggi Tarick1 e ti aspetti, nell’ordine: un dj di Tel Aviv, un nickname scemo di qualche sedicenne spudorato alle prove con il rap, un tamarro che omaggia Taricone (perchè il nome d’arte suggerisce proprio l’ex gieffino scomparso da poco) e si dedica a chissà quali rimasugli di anni ’80. Invece trovi Andrea Calcagno, ex Laghisecchi e Numero6, a tenere le redini del progetto, unendo la classe del dj navigato, l’esperienza del rocker dedito alle sezioni melodiche e un gioioso fancazzismo adolescenziale. Questo Sebastian Tellier ligure aveva già dato la prova di saper divertire e di crearsi un alter ego provocatorio ma con stile: Gotcha see you era reverenziale verso il synth pop dance. Adesso Hail to the Kitchen! migliora il punto di vista, si avvale di collaborazioni riuscite e si lega al leitmotiv dell’estromissione forzata di Calcagno dai gruppi di persone cool, da chi era sempre in lista e non mancava di farlo notare. A decenni di distanza da quei fasti, la vendetta si consuma con nove tracce fresche e tamarre allo stesso tempo, create con la pazienza e la cura di chi sa aspettare per fare meglio di tutti e sorpassare col dito medio alzato i fichissimi di cui sopra. Underwater incorona già da subito Giulia Sarpero dei Kramers regina del dancefloor, Someone Else’s Fun cita Sing It Back nel giro di chitarra ma arriva Cerasuolo dei Perturbazione a dare quel tocco di mestizia inarrivabile, Home Gay Home parte teutonica ma è tutta lustrini (come si evince anche dal titolo). Ma l’apice arriva a Il Pasto di Varsavia: Magellano ripropone quello che a mainstream fu l’accoppiata FibraCrookersD’Amico, ovvero appiccicare dance e rap, con molta più ironia e quella nostalgia che unisce le ricerche delle sorti di Repetto, l’abbandono completo al passato di J-Ax, i gruppi sui social network vari che rievocano tramite foto e canzoni quanto era meglio la vita vent’anni fa. Il disco prosegue con tracce di fattura comunque pregevole. Sleeping Dance prende un intermezzo dei primi Daft Punk e ci cuce sopra Tellier, Techno di Provincia è esattamente quello che è scritto, la traccia più zarra (e scusatemi per il termine) del disco, quando da contraltare ha Usami, che chiude su organi melliflui ancora come Tellier. Missione compiuta Tarick1. In fondo al dancefloor i fighetti della prima ora ti guardano con invidia e venerazione, quasi come facevano con Corona vent’anni fa.

Elia Billero
Elia Billero
Elia Billero vive vicino Pisa, è laureato in Scienze Politiche (indirizzo Comunicazione Media e Giornalismo), scrive di dischi e concerti per Indie-eye e gestisce altri siti.

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