Il rock’n’roll è una strana bestia; voglio dire, è il genere forse più inflazionato al mondo, quello che vive e si riformula sempre su quei quattro accordi, su quelle accordature, su distorsioni grezze eppur calibrate a puntino, ma che allo stesso tempo, e forse proprio per questo, non smette mai di entusiasmarci. Non si chiede originalità, agli adepti del r’n’r, bensì una certa dose di grinta, attitudine e buone melodie. Perché tutto sto preambolo? Per un semplice motivo: si ha la sensazione, ascoltando il secondo lavoro di The Perfect Guardaroba, che qualcuno degli ingredienti citati sopra qui venga a mancare. Non è un bruttissimo disco, Sometimes They Come Back; all’interno ci sono anche buone canzoni e idee che convincono, come il giro di chitarra che sorregge la melodia di The Art Of Falling o il piano battuto alla Jerry Lee Lewis che arricchisce la coda della title track; o, ancora, il convincente piglio da primi Clash della ottima So Much Better. Il problema è che il resto del lavoro si appiattisce su un canovaccio rock’n’roll dal piglio punk che non possiede il pregio né di farsi ricordare, né di farti saltare dalla sedia dall’entusiasmo. Roba suonata bene, ripeto, ma composizioni che alla lunga risultano un pochino anonime e prive di mordente, col risultato che non viene molta voglia di ripigiare il tasto play sul lettore. Anche la cover di Rehab, pezzo strafamoso di Amy Winehouse, non rifugge da tale trattamento..In definitiva, un mezzo passo falso per i Perfect Guardaroba, a cui auguriamo di tutto cuore di riprendersi già dal prossimo lavoro.
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