venerdì, Novembre 8, 2024

Akron/Family – Sub Versus

Quello degli Akron/Family è un percorso articolato e ricco di cambi di scena. Dal 2002, anno della formazione, ad oggi, la band ha collezionato un totale di sette album, un numero n di tour che più volte li hanno visti esibirsi su palchi internazionali e una quantità di variazioni sul tema che trova in Sub Versus la massima espressione. In dieci anni, gli AK si sono letteralmente lasciati fagocitare dalla musica, in qualche senso vi si sono adagiati all’interno, hanno ruminato e masticato le proprie canzoni fino a renderle un composto atomico e diviso ai minimi termini. Un percorso che ha visto le incantevoli melodie dell’omonimo Akron/Family, divenire via via più rock, specialmente con S/t II: The Cosmic Birth And Journey Of Shinju TNT e Set ‘Em Wild, Set ‘Em Free. E mentre la gentilezza con cui veniva suonata la batteria nei primi tempi, lasciava spazio all’insinuarsi delle tastiere Casio e dei remix, gli AK maturavano i presupposti per quello che sarebbe stato Sub Versus. Trattasi di una fusione di jazz, psychedelic pop, prog e rock. Un caos musicale cui difficilmente si riesce a dare una lettura chiara e una forma entro cui circoscriverlo.

L’apertura corrotta dai sintetizzatori di No-Room, lascia spazio al fraseggio mantrico e lisergico del cantato. Come sciamani, innalzano gli inni dal sapore d’Africa in Way Up per tornare con Until the Morning, alle note del Vecchio Continente e ad un pop pulito quanto ricercato. L’atmosfera si fa cupa e cavernosa in Holy Boredom e prosegue per tutto l’album che si conclude con Samurai, una macchietta dal gusto jazz psichedelico come se Frank Sinatra interpretasse un pezzo scritto da Syd Barrett.

Sub Versus è un lavoro ricavato dalla pietra, crudo e mascolino le cui trame restano sotterranee e parzialmente nascoste allo sguardo. Una direzione che si muove lungo il terreno già battuto in passato dagli Animal Collective, ma dimostra di saper prendere nuove svolte e curvature guadagnandosi quella non-etichetta di outsider del psychedelic pop.

Giulia Bertuzzi
Giulia Bertuzzi
Giulia vede la luce (al neon) tra le corsie dell'ospedale di Brescia. Studia in città nebbiose, cambia case, letti e comuni. Si laurea, diventa giornalista pubblicista. Da sempre macina chilometri per i concerti e guadagna spesso la prima fila.

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