Lily frost non è molto conosciuta nel nostro paese, eppure discograficamente parlando “esiste” dal 1996 e ha collezionato una serie di album uno più interessante dell’altro anche se il lavoro compositivo che Lily sente come espressione libera e personale è sicuramente Situation, album dalla genesi complessa che viene pubblicato nel 2003 sotto forma di ep e l’anno successivo in versione extended e full lenght per la Aporia records di Toronto. Quello che è sorprendente di Situation è l’abilità di utilizzare un mood 50’s e una strumentazione di derivazione psichedelica senza essere minimamente vintage; harmonium, theremin e mellotron cercano gli interstizi di un suono fuori dall’inquadratura del tempo, out of frame mi verrebbe da dire, pensando ad alcune delle song più riuscite dei Devics, altra band che gioca con i frammenti di più culture sonore per disperderne le tracce. Lily è di nuovo al lavoro, e attraverso il suo profilo myspace sono saltate fuori quattro tracce disponibili per il download provenienti da un lavoro intitolato Cine-Magique ed etichettato come coming soon. A questo punto definire il songwriting e il singing di Lily frost come la versione moderna di un crooner assassino e scanzonato potrebbe essere riduttivo e sconsiderato come se ci si sognasse di definire David Lynch un regista di film noir! Provate ad ascoltare una traccia inquietante come Pacha Mama guidata da una voce leggermente satura e sul picco della distorsione e da un soundscape crudele e tribale, da qui saltate direttamente dentro il vaudeville di Enchantment, un gioco della scrittura che può ricordare le Ditty Bops ma solo per assonanza epidermica, i cori sono una deriva cinematica che si appiccica con quel sentore disfunzionale che solo gli strumenti giocattolo riescono a regalare, mi viene in mente la versione di Moon River che ha realizzato Nan Vernon in quel tributo capolavoro dedicato a Henry Mancini e intitolato A Shot in The Dark. Ma il brano che preferisco tra le preview regalate da Lily Frost è sicuramente I called you una ballad precisa e stortissima che si inceppa come un disco rotto proprio dove acchiappa il refrain 60’s; ci si sente presi a ceffoni da una traccia che dopo due minuti scarsi di miele annega in un drone psichico cosi pervasivo da tirar dentro tutto quanto, compreso chi ascolta. Voglio proprio prendervi a ceffoni.