domenica, Novembre 17, 2024

Andrea Chimenti – Tempesta di Fiori (Santeria, 2010)

Per certi versi, tutta la scrittura di Andrea Chimenti ha sempre puntato verso il superamento di un orizzonte esperienziale circoscritto; un sistema letterario e filosofico che ha permesso al songwriter Aretino di dilatare i confini della sua musica in modo centrifugo, portandola fuori dai confini della forma canzone verso ambiti più complessi; basta pensare allo scambio di innesti sul testo Buzzatiano del Deserto Dei Tartari scritto per la scena da Alessandra Bedino e Riccardo Sottili, dove confluivano le immagini di Fernando Maraghini ed Erica Pacileo insieme al percorso di Andrea Chimenti cantautore, in uno scambio penetrante tra più livelli del testo. E’ dal 2004, anno di pubblicazione di Vietato Morire, che la scrittura “pop” di Chimenti ha quindi subito una seconda proficua dispersione, la prima è il frutto di un percorso molto più lungo ed è quella che separa le due raccolte di “canzoni” a partire dall’esordio solista datato 1996, con il bellissimo L’albero Pazzo, ristampato nel 2007 per Santeria. In questo senso Tempesta Di Fiori potrebbe assumere il volto di una nuova rivoluzione creativa, una sintesi sonora dal forte impatto comunicativo che riscrive il modo di comporre di Chimenti secondo coordinate apparentemente più immediate. Quasi in medias res, Feroce e Inerme,  splendida ballad Bowiana, odissea sensoriale che descrive una nuova scoperta dell’amore interpolando un brandello di dialogo sul confine tra follia e normalità, tratto da uno dei film più controversi degli anni ’70, l’adattamento operato da Jerzy Skolimowski su The Shout, un breve racconto scritto da Robert Graves in bilico tra realtà e miraggio, perdita e riconquista dell’anima; una citazione non da poco e che, anche solo per suggestione, ci permette di penetrare il mondo di Tempesta di Fiori con uno strumento di lettura del reale, assolutamente aperto e ambiguo. Perchè se tracce come Era di Notte, Bellissima, Delicato Guerriero e l’ispiratissima Lezioni pratiche di volo rileggono in forme diverse molte delle lezioni di derivazione “classica”, dai Beatles a Bowie tanto per intenderci, è anche vero che in tempi in cui il riferimento ad un più ricco passato creativo molto spesso assume il volto di una reverie ingiallita, Chimenti riesce, potendoselo permettere, a giocare abilmente a dadi recuperando vent’anni di scrittura, a partire dall’invenzione di quella Wave tutta Italiana che in Tempesta di Fiori penetra il tessuto musicale con una leggerezza e una capacità di astrazione tale da rendere assolutamente naturale il risultato; episodi come Sangue e la stessa title track sono una sintesi riuscitissima tra sperimentazione colta ed emozione popolare; Tempesta di Fiori per esempio ci sembra un brano intimamente Sylvianiano, senza che questo assuma il peso di una citazione o di una rilettura, ma con un senso di riappropriazione che concorre a creare lo stile di uno degli autori più originali, colti e ricchi dell’intero panorama Italiano; del resto, Qualcosa cambierà, il brano dagli arrangiamenti più “astrali” della raccolta (nella direzione di Van Morrison o Robert Wyatt) è una traccia con una forte riconoscibilità “pop” di tipo Chimentiano che si chiude a sorpresa e in modo molto semplice con uno splendido piano soul; quasi ad indicarci un percorso ellittico e sottrattivo che raggiunge l’essenza narrativa del pop con il sembiante di gioia e semplicità, attraverso un processo di ricerca che non esclude il dolore.

Andrea Chimenti su myspace

Michele Faggi
Michele Faggi
Michele Faggi è il fondatore di Indie-eye. Videomaker e Giornalista regolarmente iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Toscana, è anche un critico cinematografico. Esperto di Storia del Videoclip, si è occupato e si occupa di Podcast sin dagli albori del formato. Scrive anche di musica e colonne sonore. Si è occupato per 20 anni di formazione. Ha pubblicato volumi su cinema e nuovi media.

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