Nuovo album per Antony Hegarty che con Swanlights giunge al traguardo del quarto disco da autore ormai affermato. Anche in quest’ultima fatica ritroviamo tutti gli elementi principali che gli sono valsi il meritato successo. A cominciare da questa voce così unica, irripetibile e soprattutto capace di toccare l’ascoltatore in profondità, tormentandolo sui consueti temi universali e senza risposta: amore, vita, morte. Un altro elemento di continuità con il passato è l’alternanza dei registri utilizzati, dove prevalgono i brani orchestrali (alcuni dei quali vedono l’inedita partecipazione del compositore Nico Muhly, astro nascente della scena di Toronto) anche se spesso arrangiati all’insegna della sobrietà. Di fatto, l’unico brano genuinamente “pop” resta il sussulto lussureggiante di soul di Thank You For Your Love, del resto già saggiamente anticipato come singolo. Per il resto Swanlights è forse l’opera più essenziale e intimista di Antony fino a questo momento. L’unica ammessa nel tempio, evidentemente, affinità elettiva tra voci aliene, è ancora una volta Björk che restituisce il favore duettanto in Fletta (uno dei migliori brani della raccolta). Un altro album prezioso.