venerdì, Novembre 22, 2024

Cake – Showroom of Compassion ( Upbeat Records, 2011)

La storia dei Cake è paragonabile ad una ruota panoramica che gira da oltre vent’anni. La formazione californiana capitanata da John McCrea, dopo un silenzio di quasi sette anni, torna con Showroom of Compassion. La band di Sacramento che nasce come realtà indipendente dimostra da subito una grande ecletticità mista ad una concretezza sonora difficilmente apprezzabili nelle realtà esordienti. Già dai primi passi presentano una gamma musicale originale e personalissima, lunghe distese d’intrecci chitarristici distorti miste a vigorose venature jazz si fondono ad atteggiamenti funky e pop, mantenendo una struttura portante country e rockeggiante. L’insieme delle sfaccettature che presentano le diramazioni soniche sposano la creatura immaginaria che McCrea ha impresso nella mente, una belva dalle mille facce, dai contorni imprecisi e inclassificabili, una creatura di pura innovazione stilistica. L’originalità di questo progetto permetterà ai Cake di produrre un album ( il secondo della loro discografia) come Fashion Nugget per molti un full lenght rivoluzionario e irrepetibile, l’uscita discografica che suscitò più clamore nella seconda metà degli anni novanta. In realtà l’intera storia di questa band è costellata dalle hit. Singoli che determinavano e caratterizzavano l’identità dei musicisti, una fabbrica virtuale di incisioni radiofoniche capaci, nel giro di un paio di anni, di far perdere la testa ai signori della Columbia. Brani come The Distance, Never There, Short Skirt / Long Jacket e la fortunatissima cover di I Will Survive, segnano il salto dei Cake nel mainstream della discografia, nel famigerato mondo delle major. Balzo che i musicisti hanno deciso di troncare con la precedente fatica Pressure Chief , l’album che vede il divorzio dalla Columbia Records e la nascita della loro personalissima etichetta Upbeat Records. Showroom of Compassion rappresenta, anche solo empiricamente, il ritorno agli scenari indipendenti. Un ritorno alle origini che si apprezza in queste undici sospensioni trascinanti e imprevedibili. Il registro inafferrabile e altalenante si distribuisce in dettagli che da sempre hanno caratterizzato gli ingredienti di questa “torta”. Non si scostano dai binari funk, vibranti ed ipnotici in  Long Time e Mustache Man (Wasted) , per poi catapultarsi in preziose proiezioni pop rock di Got to Move, e nostalgici fraseggi country di Bound Away , esposizioni che sembrano aver congelato il tempo facendo apparire questa raccolta un’appendice della passata pubblicazione, sebbene il frontman californiano abbia più volte dichiarato:” Showroom of Compassion non è come appare, è totalmente distante dalle precedenti uscite”. A dire il vero è difficile trovarsi concordi con John McCrea, nonostante ci siano timidi accorgimenti innovativi, ( Easy to Crash è la meno Cakeiana, sembra piuttosto una semplificazione dell’animo sperimentali di Beck ) questa nuova uscita targata Cake non verrà ricordata come la chiave di volta di una valorosa carriera o il degno erede di Fashion Nugget, piuttosto come il prezioso ritorno di una talentuosa band americana. In conclusione questa ripartenza risulta un bel disco per chi aspettava da  sette anni i Cake, per coloro invece che  aspettavano una svolta o un cambiamento di rotta, si dovranno “accontentare” di questo spettacolo già visto e risentito.

 

 

 

 

 

 

Paolo Pavone
Paolo Pavone
Paolo Pavone Vive, nasce, e cresce fra le risaie del nord italia, salvo una lunga parentesi nel regno unito. Torna per occuparsi, di giorno dell' arte e del design e di notte di musica e scrittura.

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