venerdì, Novembre 15, 2024

Cardinal – Hymns: la recensione

Il secondo lavoro dopo diciassette anni dei Cardinal, duo composto da Richard Davies e Eric Matthews. I due musicisti, dopo quell’album, intrapresero numerose collaborazioni in ambito indie rock (Robert Pollard, Elliott Smith, Flaming Lips). L’esordio del 1994 era brit-pop prima dell’avvento del brit-pop; in anticipo sui tempi, venne ignorato dai più ed elogiato dalla critica più attenta. Hymns sostanzialmente riprende dove quello aveva lasciato, ben conscio tuttavia del tempo intanto trascorso. È un album che possiede il merito di unire mondi solo all’apparenza notevolmente distanti, ossia l’alt pop raffinato e con richiami anche colti molto british (XTC, ma anche eroi minori come Auteurs) all’indie rock chitarristico e dissonante di molte american bands anni ’90 (Love Like Rain è una cosa che sta a metà strada tra gli ultimi Pixies ed i migliori Guided By Voices). Northern Soul, brano posto efficacemente in apertura, possiede un fraseggio di acustica ed una potenza melodica degna dei Byrds; in generale, quando si azzeccano le melodie (bellissima quella di Rosemary Livingstone) il paragone con i giganti è abbastanza calzante. C’è anche un certo gusto per la dilatazione psych sinfonica, nella lunga e stranita Kal. Chiude tutto il power pop molto aussie di Radio Birdman (appunto). Disco confezionato come si faceva una volta: consigliato

Denis Prinzio
Denis Prinzio
Denis Prinzio è bassista di numerose band underground ora in congedo temporaneo, scribacchino di cose musicali per sincera passione, la sua missione è scoprire artisti che lo facciano star bene.

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