venerdì, Novembre 15, 2024

De La Mancha – The End Of Music (Karaoke Kalk, 2012)

Duo svedese che fa della poliedricità una delle armi principali da sfoderare per dar valore alla propria proposta, questo The End Of Music si nutre di tantissime suggestioni, ingloba in sé molteplici influenze, dilata gli spazi e circonda di grandeur acustica e psichedelica le proprie composizioni. Il tutto funziona? A tratti sì, a tratti no. Ma andiamo con ordine. Dopo una breve intro acustica Ursa Minor apre le danze, una cassa dritta a scandire atmosfere wave dal sapore anni ’80, degli Echo And The Bunnymen periodo moscio che non convincono affatto. Ma sarebbe un errore dare già per spacciati questi de la Mancha, che sanno repentinamente sollevarsi con le successive Under A Leaden Sky e Hidden Mountains, dove l’ampio respiro dato ai pezzi è un qualcosa che sta tra i Radiohead e i dischi più recenti – quindi meno prog – dei Porcupine Tree. Non banale è anche la scelta di chiudere i brani con lunghe dilatazioni post rock memori delle lezioni dei vari Sigur Ros e Album Leaf. Peculiare è anche quel mood nordico così pieno di malinconia che riempie gli spazi di ogni brano e traccia una simbolica linea che attraversa tutto l’album: così, tra ballate pianistiche (Willow Lane) e numeri acustici che vorrebbero ricordare un Damien Rice elegiaco e carico di morfina (come in Erase, peraltro riuscendoci piuttosto bene), si arriva nella seconda parte, dove le parti strumentali si fanno più imponenti, il lato “post” del loro rock prende il sopravvento, regalandoci quel fraseggio di chitarra in What If Going Back Meant Coming Home? Che sembra di ascoltare i Cure che impattano quel gigante dai piedi d’argilla dei Mono, disintegrazione e dissolvenza. Stop. Dopo è un ripetersi della formula, fino alla fine, che nulla toglie e nulla aggiunge. Nel complesso è un lavoro che si lascia ascoltare, che a tratti esalta, in altri lascia indifferenti. La sensazione è che i due si stiano facendo le ossa; potrebbero preparare il colpaccio.

Denis Prinzio
Denis Prinzio
Denis Prinzio è bassista di numerose band underground ora in congedo temporaneo, scribacchino di cose musicali per sincera passione, la sua missione è scoprire artisti che lo facciano star bene.

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