A ben guardare, tutto è riconducibile a The Rise and Fall of Ziggy Stardust & the Spiders from Mars. Una volta delineato il concept che avrebbe cementato i brani del suo quinto album, David Bowie optò per una strategia promozionale che potesse andare oltre la mera narrazione degli eventi. Non si limitò quindi a raccontare la scalata al successo del suo alter ego alieno: ne vestì i panni con tale convinzione da instaurare un legame perfettamente biunivoco – e ben presto indissolubile – fra arte e vita. Paradossalmente (o forse conseguentemente), il successo fittizio di Ziggy avrebbe finito per decretare la consacrazione definitiva dello stesso Bowie. Da allora in molti si sono misurati con simili esercizi di stile e di recente anche Posdnuos e Trugoy – nucleo storico dei buontemponi De La Soul – hanno dato il loro apporto al filone narrativo in questione. Temporaneamente orfani di Maseo, i due si ribattezzano First Serve e assumono rispettivamente gli pseudonimi di “Jacob ‘Pop Life’ Barrow” e “Deen Witter”. L’album “omonimo” First Serve – che dell’intera operazione costituisce il prodotto finale – aspira quindi ad essere ben più di una digressione sul percorso principale. Rappresenta a tutti gli effetti l’opera prima di una (immaginaria) formazione hip-hop in ascesa, e come tale viene presentato al pubblico. La dedizione degli autori è tale da portare la sciarada fino alle sue estreme conseguenze, tanto che gli stessi De La Soul vengono menzionati fra le fonti di ispirazione di “Jacob” e “Deen”. Ma se anche un simile gioco di specchi ricalca il tracciato Bowiano, l’opera si mantiene in linea con l’approccio squisitamente ironico cui Plug 1 e Plug 2 ci hanno abituato fin dai tempi di 3 Feet High and Rising. In questo caso i dettami della old school vengono accantonati a favore di un sound decisamente sontuoso, ma il frasario, gli skit, le battute, così come anche il caleidoscopico eclettismo in fase di scrittura, sono gli stessi di allora. Il gusto tutto francese di Chokolate and Khalid si rivela un valore aggiunto in sede di produzione, determinando la convergenza fra una certa sensibilità anni ’70 (le virate d’archi di The Work o Must be the Music sottintendono tutta l’elasticità zuccherosa del Philly Sound, mentre Small Disaster si sviluppa secondo traiettorie funkitudinali che rimandano a Curtis Mayfield) e una precisa conoscenza delle odierne dinamiche da dance floor (Move ‘em in, Move ‘em out). 3 is a magic number, cantavano i nostri, ma bisogna ammettere che anche in due se la cavano piuttosto bene.
[box title=”De La Soul’s Plug 1 & Plug 2 present – First Serve (Duck Down Music, 2012)” color=”#5C0820″]
tracklist:
Opening Credits | Pushin’ Aside, Pushin’ Along | The Work | Small Disasters | We Made It | We Made It – Interlude | Must B The Music | Goon TV – Interlude | The Book of Life | Clash Symphony | Pop Life | Tennis | The Top Chefs | Backstage – Interlude | Move ‘Em In, Move ‘Em Out | Ending Credits [/box]