Come già vi avevamo anticipato, lo scorso gennaio è uscito Idealistic Animals, secondo album di Dear Reader, alias di Cherilyn Macneil, artista sudafricana (di Johannesburg) con base a Berlino. Questo nuovo disco segna un passo in avanti rispetto ai lavori precedenti. Innanzitutto, partiamo col dire che questo è un vero concept album, dove Cherilyn rielabora il suo personale rapporto (venuto meno?) con la fede, attraverso una peculiare analisi dell’essere vivente, che culmina con l’animale idealista, l’uomo, illuso o realista – a seconda delle situazioni – ma pur sempre dotato di ragione, e quindi di libero arbitrio, dal “Creatore delle cose”. Lungi dall’essere un encomio dell’essere umano, Idealistic Animals, si apre con Take Your Chances, pezzo dedicato alla volpe: ogni brano dell’album viene infatti associato ad un animale che possa in qualche modo raffigurare le sculture sonore e liriche di Dear Reader. Nomen omen: Dear Reader, si rivolge con cordialità al lettore, a quell’ascoltatore che approdando sui dieci episodi dell’album, dieci veri romanzi d’appendice sonori dotati di vita propria, attraverso gli animali (intesi come altri rispetto all’essere umano) ricostruisce aspetti e visioni dell’uomo che contraddistinguono i suoi lati anche più primitivi. Così accade che in Monkey (Go Home Now) il filo di Teseo che “legherebbe” la scimmia all’uomo (e viceversa) venga reso in maniera umoristica sulla linea del romanzo di Roy Lewis, Il più grande uomo scimmia del Pleistocene, e dove all’evoluzione viene preferito il fato. Il piglio umoristico e parodistico è perenne nel disco, e la vena “polemica” (ma mai politica) ci porta all’anti-folk in gonnella post-Regina Spektor. Dicevamo che questo disco rappresenta la crisi del credente, una sorta di Bibbia dell’uomo che trova la forza di mettere tutto in discussione, o se vogliamo – per par condicio – il testo sacro di coloro i quali devono ritrovare “la retta via”. In realtà, la crisi mistica (al contrario) è solo un pretesto – assieme alle peculiarità caratteriali e fisionomiche di alcuni animali – per raccontare (come già abbiamo anticipato) le debolezze dell’uomo: c’è la giraffa (What’s Wrong With Us) la cui “altezza” e differenza di vedute, rispetto all’interlocutore, ne determina l’impossibilità di comunicazione, e la balena (Boohoo) che nuota, sospesa negli abissi, verso quel “fato” tanto caro a Cherilyn. Se si esclude qualche prevedibile ma pur sempre funzionale figura retorica, come quella del “peso” dell’elefante in Elephant (Hearter), questa ennesima prova di Dear Reader è assolutamente vincente, piena di spunti, forse anche troppi, e soprattutto meravigliosamente complessa. E basta ascoltare l’intensa e sincera Man (Idealistic Animals), per accorgerci di quanto l’uomo, nel suo essere così articolato – a differenza degli altri animali – si lasci lacerare dall’agonia della sua perenne insoddisfazione, e questo Dear Reader lo ha provato in prima persona (“we make up something to believe”).