Riguardo alle ragazze ci sarebbero un sacco di cose da dire e un sacco di modi per farlo. Nell’affrontare l’argomento gli Hatchman Social scelgono una strada già battuta da molti altri ma tanto cara a NME e al suo codazzo di magazine musicali inglesi, sempre attenti a trovare l’ennesima Next Big Thing di quel sound DOP (prodotto, per esattezza, nel territorio che si trova fra Manchester, Liverpool e Londra) che così poco si distacca dai mai abbastanza osannati Beatles. C’è da dire che i ragazzi hanno talento e con il loro brit-pop travestito da garage all’acqua di rose sanno far muovere colli e culi, dimostrando di avere le capacita per sbancare le classifiche. A dimostrazione di questo fatto si prenda come esempio ‘Would You’. Con il 2° album e la nuova formazione questo quartetto di New-Cross (Londra) sembra aver trovato la quadratura del cerchio, muovendosi abilmente fra i riferimenti a Strokes e Klaxons con vaghi accenni di suono Motown, Funky e New Wave e una forte impronta sixties, senza mai esagerare con le chitarre e addolcendo il tutto con orecchiabilissime melodie. Da notare soprattutto gli allegri tamburelli di 11, la potente apertura stile The Charleston di ‘NY Girl (Life Is Sad, So Let’s Dance)’, i ritornelli a là Little Man Tate di ‘Lois Lane’ e 9, che potrebbe benissimo essere scambiata per una canzone degli Artic Monkeys una volta che questi ultimi abbiano assunto dosi massicce di morfina. Se avete una passione smodata per la regina, i bobbies e il Dottor Who non vi sembrerà vero di poter ascoltare un album di questo calibro. Per tutti gli altri sarà una ghiotta occasione per ballare e sudare un pochino.