È sempre complesso approcciarsi ad un album di cover. Prima di tutto, perché il modello, l’originale di riferimento, è sempre lì a capeggiare nella corteccia di chi ascolta e a dettare legge con le sue strofe e i suoi fraseggi conosciuti. Secondo, perché le deviazioni dal tracciato talvolta suonano come dei tradimenti sotto la luce del sole, degli sberleffi al ritmo dell’irriverenza. E in effetti, certe cover sarebbe stato meglio non fossero mai nate.
Non è questo il caso di Covered, nuovo album di Macy Gray con il quale l’artista americana, ha voluto rivisitare alcuni brani provenienti dai più disparati generi musicali. Prodotto da Hal Wilner (nome autorevole della discografia americana, già produttore di Lou Reed e Metallica), Covered è caratterizzato dalla presenza di un alto numero di pezzi in gioco. Sedici fatiche che rivelano altrettante anime di Macy, capace di oscillare dal soul, passando per il rock fino al pop. Cantante, attrice, mecenate di nuovi talenti, Macy Gray si dimostra in effetti un’artista poliedrica. Un’ampia forbice guida le selezione dei pezzi coverizzati, accorpando a brani della tradizione anni ’80 e ’90, esempi contemporanei. Difatti nell’album convivono tanto Eurythmics, Metallica, Sublime quanto Radiohead, Yeah Yeah Yeahs e Arcade Fire. A spezzare l’andamento dell’album rendendo il tutto piacevolmente ironico, compaiono alcuni intermezzi a mo di sketch, dialoghi più o meno confidenziali e improvvisati, come quello fra Macy e Nicole Scherzinger, con tanto di consigli della gattina delle Pussycat Dolls, riguardo un nuovo modo di interpretare un vecchio successo di Macy, ovvero I try is cool and all, but…
Un album audace, molto gradevole e poco invadente nei confronti dei molteplici mostri sacri, e quindi giudicati intoccabili, che sfilano nell’album. Un progetto sommesso per le potenzialità canore della lady soul o, forse, un preludio ad un nuovo e più incisivo lavoro.