A ogni concerto la sua venue. Con Londra Mr. Patrick Wolf chiude la prima manciata di date inglesi che anticipano Lupercalia, in uscita il 30 Maggio, album che celebra il trionfo dell’amore sulla solitudine, l’armonia di coppia come oasi per la gioia di vivere e la vita stessa come fonte d’ispirazione. Fuor di gossip, è Patrick stesso nell’ultima parte del concerto a spiegare come il Koko sia da un punto di vista simbolico un luogo speciale, più che mai adatto a celebrare questo ritrovato spirito vitalistico a dir poco inarrestabile: tre anni fa, proprio nel locale, Patrick ha incontrato William. Mostrando al pubblico la balconata sede del fatidico incontro, Patrick sorride pieno di commozione e spiega che da quel momento depressione e smarrimento hanno lasciato lo spazio a una risurrezione gloriosa, a un cambiamento di vita radicale che ha sconvolto non solo la sua dimensione personale, ma anche la sua musica. Ed è la musica la prima grande sorpresa di questo nuovo tour, nel complesso resa più accessibile e trasparente, come Patrick stesso spiega a proposito della genesi del nuovo album. Dopo un breve set electro-trash dissonante e caciarone per mano di Rowdy Superstar, nuovo pupillo londinese del nostro, la line-up del Lupo prende spazio sul palco, con due vecchie conoscenze: Victoria Sutherland al violino e alle tastiere, Nick Haward al basso, con Patrick da tempi immemori e del quale a fine concerto viene ricordato il compleanno con tanto di canto collettivo. Tra le nuove spiccano il sassofono, che chi ha già visto il video di The City sa essere uno dei marchi distintivi del nuovo sound, i backing vocals di Katie SkyLarkin e l’interpretazione vocale in arabo di Belinda Sykes ad accompagnare la commuovente Slow Motion. La scaletta si snoda idealmente tra i pezzi nuovi e quelli di The Bachelor, la controparte oscura e sofferta che raccontava la solitudine e la disperata ricerca dell’amore. Dal palco scompare un personaggio in senso stretto e la teatralità insistita degli scorsi tour: volutamente Patrick impersona se stesso e lascia che la musica parli da sé, oscillando tra il senso di mancanza e il piglio battagliero del prima e la dimensione pacifica del presente. È così che dopo l’interpretazione vocale impeccabile di Armistice, Time of My Life e The Bachelor incarnano alla perfezione il trapasso, tripudio di gioia la prima, oscura e minatoria la seconda. Tristan si riconferma uno dei momenti più intensi dei concerti di Patrick e quando il pubblico è costituito al 100% da autentici fan come in questo caso, il coinvolgimento senza freni è assicurato. Con il nuovo arrangiamento Who Will? perde di tono e assieme alla successiva, nuova Together apre una parentesi che vira verso la dance commerciale anni Novanta, tra i dichiarati ascolti “rilassati” di Patrick durante la genesi di Lupercalia: il risultato è tutto a favore delle schiere più giovani del pubblico londinese, innamorate del loro idolo e moleste in più di un’occasione. Tra gli altri pezzi nuovi spiccano la serenità domestica di House e le schegge elettroniche di Slow Motion, che nonostante l’impianto da ballad un po’ strappalacrime convince per l’intensità dell’interpretazione e il già ricordato contributo di Belinda Sykes. Due momenti in particolare spiccano nella setlist: la classica To The Lighthouse, al termine della quale Patrick ringrazia il pubblico per conoscere tutte le parole di un pezzo così “vecchio”, che lo riporta indietro nel tempo, alle sue mutazioni licantropiche e l’insapettata b-side Godrevy Point, dedicata al padre presente al concerto: come sempre quando rispunta qualcosa dal periodo di Wind In The Wires cala un’atmosfera unica e densissima, le corde di Patrick dialogano malinconicamente con quelle di Victoria e scatta la commozione. In questo tour Patrick suona anche una piccola arpa, con cui si ritrova solo per l’incantevole fugacità di The Bluebell. Dopo l’intuibile spasso di The Magic Position per l’encore si gioca ancora sull’adrenalina: Hard Times, a dire il vero un po’ svilita dalla veste remix, cede il passo al nuovo singolo The City, dal vivo meno plastificata e decisamente più convincente, un loop sovraeccitato da cui Patrick si lascia travolgere in preda all’estasi. Un cambiamento c’è stato, si vede e si sente forte e chiaro in questo nuovo assetto dal vivo. Mancherà molto, moltissimo a chi ancora, più o meno ostinatamente, sente la nostalgia delle irrequietudini dei tempi andati. Agli altri non resta che raccogliere il messaggio semplice, intuitivo di Patrick e gioire con lui.
Patrick Wolf in rete
Setlist:
1. Armistice
2. Time of My Life
3. The Bachelor
4. Tristan
5. Who Will?
6. Together
7. To The Lighthouse
8. Godrevy Point
9. Accident & Emergency
10. House
11. The Bluebell
12. Bluebells
13. The Libertine
14. Slow Motion
15. Bermondsey Street
16. The Magic Position
Encore
17. Hard Times (Jack Beats Remix)
18. The City