Parafrasando il motto di una nota pubblicità, potremmo dire che, ascoltando il nuovo Purling Hiss, “l’amore per i Nineties da solo buoni frutti”. Nato come un side project solista di Mike Polizze, chitarrista dei Birds Of Maya (heavy rock band di Phladelphia) questo power trio (gli altri componenti sono Kiel Everett al basso e Mike Sneeringer alla batteria) ha tirato fuori nove brani che rischiano seriamente di essere una delle cose più eccitanti ascoltate in questo 2013. Il perché di tutto questo entusiasmo è facile da descrivere: quando l’energia di un guitar sound che evoca i fantasmi del buon Jimi Hendrix incontra le melodie da slacker delle varie big bands dei ’90 (Dinosaur Jr, Meat Puppets, Nirvana) e sporca il tutto con un tiro garage pop da far invidia a Thee Oh Sees e Black Lips, ditemi voi come si fa a resistere. Vero, i dischi precedenti (Lounge Lizards, Hissteria) erano roba più rumorosa e sperimentale, più tossica e pericolosa. La carica hard fuzz non si è affievolita, ma i suoni sono un pochino più addomesticati in favore, appunto, di una “commestibilità” pop che lascia il segno. Quindi se siete degli snobbetti del tipo “eh ma quando stavano su Mexican Summer erano un’altra cosa” smettete di leggere. Se invece non disdegnate l’hard rock’n’roll che copula con i coretti la-la-la e le buone melodie, fatevi sotto ed apprezzerete la doppietta stoner hard pop di Lolita e Mercury Retrograde (i Fu Manchu che si divertono a rifare i Lemonheads), le carezze acustiche della Cobaniana Dead Again e quelle psych pop di She Calms Me Down, l’assalto Mudhoney di Face Down, l’omaggio a J Mascis sparso un po’ ovunque (The Arrowing Wind, Rat Race). L’orgia di fuzz, wah wah, chitarre lacerate e batteria Moe Tucker della title track rappresentano il cordone ombelicale non ancora reciso con il proprio passato, Mary Bumble Bee è il saluto conclusivo, scazzata ed agreste il giusto.