C’è stato un momento, diciamo subito dopo la pubblicazione di In Your Bedroom After The War (2007) in cui è sembrato che i canadesi Stars potessero fare il botto e diventare la new sensation dell’indie pop, un po’ come accaduto ai loro amici Arcade Fire. Ma si sa, anche la musica, come tutte le cose della vita, è fatta di vincitori e vinti. Non si può certo affermare che la band capitanata da Amy Millan e Torquil Campbell abbia perso, ma di certo non ha nemmeno vinto. Un onorevole piazzamento e un deciso ridimensionamento delle proprie ambizioni. Stiamo pur sempre disquisendo di un gruppo dalla carriera decennale, giunto con The North al sesto disco, in cui i nostri non modificano di molto le proprie coordinate sonore, affidandosi ora all’alt pop, ora al synth pop (ma sempre di pop si tratta). L’iniziale The Theory Of Relativity fa il verso ai Magnetic Fields nostalgici degli anni ’80, con tastieroni sparati nell’alto dei cieli e batteria up tempo danzereccia il giusto. Il disco trasuda di mestiere, termine questo che mal si addice ad un gruppo del genere, abituato a correre sempre (almeno nei lavori più riusciti) sui fili sottili di una tensione emotiva abile a trasformarsi in pathos e grandeur barocca; quando infatti tale tensione viene a mancare e si cerca di risolvere appunto con del solido artigianato la ciambella non riesce proprio. La parte centrale del disco è indubbiamente quella più riuscita, a cominciare da Hold On When You Get Love And Let Go When You Give It, titolo chilometrico per un brano da brividi sulla schiena, chitarra wave alla Cure a reggere l’esplosione di un ritornello che è l’espressione massima dello Stars-pensiero. Convincono anche le suggestioni Smiths-iane di Trough The Mines e la ballatona Lights Changing Colour. Spesso però ci si incarta un po’ troppo perdendo spontaneità e difettando della tensione emotiva di cui sopra (Backlines, Do You Want To Die Together, A Song Is Weapon). In generale The North è un lavoro che non riesce mai a spiccare il volo come dovrebbe/vorrebbe, confermando il trend altalenante degli ultimi albums.