Si chiama Ten Songs About Girls l’ultimo album dei Tender Trap. Ten Songs About Girls rispetta tutti i dettami tipici di quell’inglesismo indie d’oltremanica, garbatamente contenuto, pulito, gradevole ed orecchiabile. Decisamente più energico rispetto ai precedenti lavori della formazione britannica, l’album non perde quell’alone di innocenza e gaiezza che è sempre stata una delle marche distintive della band. Sono passati anni dall’uscita di Film Molecules, eppure la formazione londinese afferma con coerenza quale è stata e quale sarà la via da intraprendere. Tuttavia, dietro lo stuolo di tamburelli e di coretti di voci bianche, si trovano delle storie ben raccontate e articolate secondo una scansione precisa. Train From King’s Cross Station, per esempio, apre con le immagini di una ragazza in viaggio per raggiungere quello che, crede, essere l’amore della sua vita. Ma la sicurezza ostentata nella battute di apertura si rivela presto una totale insicurezza e spetterà al ritornello il compito di strizzare l’occhio ad un precetto serenamente fatalista. Una sorta di parafrasi del vecchio “Whatever will be, will be”. Ed è in effetti una citazione quella che si nasconde nelle note di Train Form King’s Cross Station; trattasi di The Train From Kansans City delle Shangri-Las. E non è la sola; in apertura di MBV si può cogliere un richiamo ai My Bloody Valentine.
Storie che si rifanno a vicende che potrebbero essere comuni a qualsiasi persona, dai partecipati ai concerti fino a personaggi più conosciuti, come Amy Winehouse cui è dedicata Broken Doll. L’interpretazione di Amelia Fletcher concede la possibilità di vedere delle sfumature di amara ironia e di rabbia non indirizzabile e quindi difficilmente esauribile, nelle note zuccherate dei Tender Trap. Non sarebbe corretto parlare di ottimismo, quanto di un’equilibrata accettazione trasmessa in toni melodici e tranquillizzanti. Nel miscuglio di cori, tamburelli e chitarre, i contrasti del passato sfumano e le differenze sono meno nette; restano immagini che non causano rimpianti, ma la convivenza di amaro e dolce.