Per un appassionato di soul e funk entrare negli archivi della Stax e delle sussidiarie deve essere un po’ come una gita nella fabbrica di cioccolato di Willy Wonka per un bambino goloso. Non credo che nelle impolverate cantine della True Soul Records ci siano degli Oompa-Loompa, ma le meraviglie da lì uscite e raccolte in questo doppio cd antologico sono tante e tali da lasciare a bocca aperta.
Tanto più perché buona parte dei trentadue brani della raccolta ai tempi non vide mai la luce su disco, o se la vide fu in poche copie, perlopiù limitate al mercato locale dell’Arkansas: fatto gravissimo, perché molte delle canzoni qui presenti avevano tutte le carte in regola per guadagnare visibilità e, perché no, un relativo successo.
Provate per esempio ad ascoltare Smog di Ren Smith, col suo basso pulsante e i fiati in bilico tra divagazioni free e sostanza funk, Sister Funk di Thomas Smith, che serpeggia sensuale sulle orme del miglior Stevie Wonder, o Psychedelic Hot Pants dei York Wilborn’s Psychedelic Six, un deep funk travolgente con fiati in grande spolvero sopra a un mare di chitarre liquide, per averne incontestabile conferma. Poi passate a Funky Music di Thomas East, che parte da Marvin Gaye e si scalda fino ad arrivare dalle parti del Barry White meno tamarro, a (It’s A) Rat Race dei Leaders, col suo magma funkadelico ribollente di classe cristallina, a I Believe (Our Love Has Gone Away) di The Conspiracy, con una prestazione vocale eccellente ad impreziosire un soul-funk eccezionale, e a The Funk’s Gonna Fly dei Classic Funk, che non sfigurerebbe nel catalogo dei Funkadelic, e ne avrete la riprova definitiva.
Oltre a queste mancate hit nei due cd c’è spazio anche per momenti più sperimentali, come Funky Football del già citato sestetto di York Wilborn, che gioca col funk e la muzak da stadio, The Thrill Is Gone di Albert Smith, che è un morbido tappeto psichedelico, e Maybe Yes, Maybe No di The Right Track, che tra cambi di tempo e ripartenze guidate da basso e fiati sarebbe stata una perfetta colonna sonora blaxploitation.
Meno eccitanti sono i brani più legati alla disco-music e posti in chiusura del secondo cd: in quei casi pare esserci molta più forma che sostanza, un’adesione a uno stile ricalcato senza troppa convinzione, come ad esempio in Get Down di Le’Chance, una sorta di Earth, Wind & Fire con meno groove e nerbo.
Detto ciò, il valore di questa raccolta rimane enorme, un’importante visione d’insieme su un angolo nascosto ma validissimo della black music anni ’70. Tutto da scoprire.