Gli indie differenti, così potrebbe intitolarsi la recensione di questo debutto dei The Great Northern X, quartetto padovano sotto l’egida della In the Bottle Records. Differenti per necessità, si dovrebbe sempre aggiungere, quando però il proprio percorso musicale ha già espresso vuoti e accenni di sofferenze. Qui l’alternativa sta nel punto d’incontro/scontro tra un sano amore per le sonorità indie rock degli anni ’90 e i pregi del mainstream rock dello stesso periodo. Per un attacco alla Beetlebum, cessione alla prima influenza di Saigon, corrisponde un seguito che abbraccia i Cranberries, per una melodia alla Pearl Jam di Loser Song vanno cauti con il cantato, togliendosi dagli onori e dagli oneri derivanti dallo scimmiottamento di Dolores O’ Riordan o peggio proprio Eddie Vedder. E i fuzz e gli eco delle chitarre elettriche di Filippo Arzenton sono ammorbidite dalla acustica del cantante Marco Degli Esposti. Un gioco di equilibri, per differire senza sbilanciarsi. Difficile, ma non impossibile. Dà comunque notevoli soddisfazioni acustiche.