Registrato presso gli studi Oxygen di Paride Luciani, già con Kah e Instrumental Quarter, il primo full lenght degli Athene Noctua esce a tre anni di distanza da “Glayx”, prima pubblicazione del quartetto di Mondovì.
“Others” contiene otto tracce strumentali sufficientemente contaminate per non arenarsi subito tra gli stereotipi del genere, questo per un continuo oscillare tra la Chicago dei novanta e influenze più apolidi. Se la traccia d’apertura, Flying Poncho, dopo un’intro satura come certe cose degli Hawkwind, si tara sulla velocità del “western” Morriconiano, il lavoro procede tra prog psichedelico (Mole Garden), i Deep Purple più incendiari (Suppah Suppah Magic Soup), il rock angolare ma gentile dei Billy Mahonie (Boreal Lotus) e certe reminiscenze latin rock che rendono il tutto più verace e lisergico. “Others” corre un po’ il rischio di perdere in coerenza e concisione, ma nonostante l’eclettismo di fondo, si fa apprezzare per l’approccio emozionale e legato alle forme più giocose del pianeta “impro”.