Nello spulciare informazioni sugli Electric Youth, duo attivo dal 2009, durante l’ascolto dell’esordio chiamato Innerworld uscito solo in questi giorni, ho trovato la loro collaborazione con i College per la colonna sonora del film Drive, pseudonimo del francese David Grellier. A Real Hero, si chiamava la canzone, un mantra di pochi minuti. Ne sono rimasto innamorato tanto da abbandonare l’ascolto della formazione canadese e buttarmi sulla discografia del dj consociuto anche per i Sexy Sushi.
Mai decisione fu più sbagliata. Le due formazioni hanno molto in comune, e non è molto elegante fare paragoni, specialmente per dei nuovi arrivati. È natuale che l’electro-synth pop su cui si cimentano ambedue le formazioni, suona spesso meglio nella variante strumentale del dj francese, ad esempio nell’ultimo lp del 2013 Heritage. Ma i canadesi Electric Youth hanno qualcosa in più.
Quel qualcosa è in realtà qualcuno, Bronwyn Griffin. La sua voce delicata ma non algida si sposa perfettamente con le proiezioni in musica del sodale Austin Garrick. È chiaro che bisogna aver passione per i sequencer e quelle Roland, fulcro portante di tutte le composizioni. Ma pure i meno scafati, se riescono a superare la prima parte smielata del disco, troveranno la loro favourite track. Potrebbe essere If all she has is you, talmente stringata negli arrangiamenti e basilare nel suo andamento da sembrare una canzone da karaoke. Ma anche la seguente The best thing, partorita forse da Barbra Streisand. Mentre Another story riprende qualche legame con i Daft Punk di Discovery. Tomorrow si dimostra il top del kitsch delicato. Verso la fine del disco si apre verso una dimensione da pop pubblicitario, molto interessante. Innerworld è un disco di titoli di coda: Moroder del 1984 sarebbe fiero di questi nipotini.
L’ascolto è consigliato nella versione deluxe, con ulteriori momenti in stile ‘La storia infinita’.