Esclusi dal tax credit nel 2017, i videoclip possono adesso ricorrere ai benefici della compensazione fiscale. Il ministro della cultura Dario Franceschini definisce il video musicale come vera e propria opera d’arte, perché ha “interpretato al meglio l’immaginario popolare, facendo sognare intere generazioni”. Oltre ai film, alla videoarte e ai videogiochi, i videoclip vengono individuati come opere artistiche riconosciute universalmente. L’appello per riconoscere pari dignità creativa ed artistica al video musicale era stato lanciato durante l’ottobre 2018 da FIMI in occasione della seconda edizione di IMAGinACTION, uno dei festival italiani dedicati ai videoclip. Tra gli artisti che avevano aderito: Fiorello, Giovanni Allevi, Antonello Venditti, Gianna Nannini, Piero Pelù, Gino Paoli, Red Canzian, Nesli, Federica Carta, Biondo, Emma Muscat e tanti altri che in queste ore stanno aderendo.
C’è da sperare che muti anche una brutta attitudine culturale, quella che nel nostro paese troppo spesso assegna la paternità di un videoclip al solo musicista per confermare lo sbilanciamento dell’intera macchina promozionale. Questa macchina cita raramente autori, registi e creativi e ancora più raramente veicola linguaggi specifici che dovrebbero approfondire videografie, individuare tendenze, raccontare percorsi.
Noi ci proviamo dal 2005.