domenica, Novembre 17, 2024

Silvia Caracristi – Orbita: la recensione

Silvia Caracristi era passata da “The voice of italy” nella squadra di Noemi, uscendo di scena nel corso dello show, ma la giovane cantautrice trentina non esaurisce la sua ansia di creatività nello spazio del prime time televisivo, perchè “Orbita”, il suo primo album, racchiude più di due lustri di scrittura condotta sul filo impercettibile di un tratteggio acustico. Tra le reminiscenze nordiche di glockenspiel e piani giocattolo, si insinua la voce di un’autrice che ha in testa il folk internazionale nella sua versione più intimista ma che rende profondamente italiano con una delicatezza che guarda alla comunicatività “leggera” della prima Arisa, proprio per il modo in cui descrive sentimenti incerti con la qualità dei testi, ma anche affidandosi ad una voce che risiede tra lirismo e fragilità. Ma rispetto allo stile di Rosalba Pippa, il jazzin’ della Caracristi è molto meno ruffiano e convenzionale e più vicino alla contaminazione di alcuni autori nordici, si prende ad esempio una traccia come Medaglia d’oro, strutturata sul tintinnio di una nenia ancestrale, diventa a poco a poco un viaggio più sostenuto tra jazz e musica etnica, sempre declinato secondo coordinate intime e con l’utilizzo di una strumentazione non canonica, tra handclaps artigianali, oggetti, e un universo strumentale personalissimo, di tanto in tanto avvolto tra i suoni vellutati del fender Rhodes.

I dodici pezzi di “Orbita” scivolano via come una serata pre-invernale, dove un sole limpido e di breve durata contrasta con l’austerità del clima. Non c’è quindi la ricerca di un climax, di un’impennata emotiva nella musica della Caracristi, tutto è lieve, come l’incipit della title track, tra il tintinnio del glockenspiel, un piano che ne replica lo scarno minimalismo e l’autoharp che disegna piccole onde aeree; è una musica descrittiva ma che non si sposta dal ritratto di un sentimento interiore, poco importa se questo sia amaro o dolce, l’animo tormentato della Caracristi si esprime con la semplicità della natura, e più che originalità ricerca semplicemente una propria verità.

Bruno Martini
Bruno Martini
Bruno: una laurea in scienze politiche, musica italiana tra gli ascolti principali, e un amore viscerale per tutte le british invasion

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