Sono un fiume in piena i Tangled Thoughts Of Leaving, australiani di Perth e artefici di un rock strumentale per certi versi vicino al post-rock degli anni ’90, in particolare quello che affondava le proprie radici nella narcolessia dell’hardcore più evoluto, un nome per tutti: A Minor Forest.
Con la band di San Francisco condividono sicuramente l’impostazione orchestrale dei brani e la durata espansa tanto da superare i dieci minuti di media, ma da un punto di vista timbrico i suoni sono molto meno hardcore, più vicini all’epicità dei Mogway o dei Godspeed You! Black Emperor.
Con il pianoforte collocato al centro lambiscono quei territori tra Jazz e musica neoclassica, nello stesso modo in cui sono stati esplorati rispettivamente dai Rachel’s e dai Radiohead. In questo senso gli elementi retorici ci sono tutti: il crescendo, la relazione tra pieni e vuoti, l’incedere orchestrale e la costruzione di una drone music malinconica e invernale.
Al di là delle premesse, Yeld to Despair è un album che merita più di un ascolto perché riesce a non sembrare imitativo pur attingendo da tutto quello che si diceva.
Merito della scrittura dei brani, in continuo movimento e soggetti a mutazioni di ogni genere, a partire dalla suite d’apertura, The Albanian Sleepover, più di venti minuti complessivi dove si passa dall’hardcore al metal dei Gathering per approdare, attraverso numerose tappe tra cui quella neoclassica, ad una drone music spettrale e inquietante.
È un eclettismo condotto con un forte senso della sintesi sonora, proprio per questo non rischia mai di passare dalla parte di un prog. eccessivo e fuori tempo massimo, al contrario punta alla scarnificazione e all’essenzialità, pur servendosi di alcuni codici al limite.
È il caso della notevole Shaking off Futility, visionaria e drammatica e con un’anima vicino alla musica impressionista di Boxhead Ensemble.
Downbeat, per opposizione, è un’infernale scarica di rumore dronico tra saturazione, feedback e una tendenza freeform che ricorda in parte quella degli Storm and Stress.
La title track di 15 minuti, che chiude l’intero lavoro, sintetizza alla perfezione l’approccio drammatico della band australiana, capace di costruire lunghissimi percorsi inesorabili verso la disperazione.
Tangled Thoughts of Leaving – Yeld to despair – Downbeat (live)