domenica, Dicembre 22, 2024

Telekinesis – Ad infinitum: la recensione

Dopo tre album di puro e piacevole sperimentalismo melodico e elettronico (e qualche anno per rifletterci un po’ su),i Telekinesis tornano con Ad Infinitum, titolo della loro ultima fatica discografica, trip sonoro gustabile ma non scontato, pop ma anche ricchissimo di incursioni elettroniche, sempre sospeso tra l’indie e il rock. Sembra non essere trascorso un giorno dall’ultimo album per Michael Benjamin Lerner, cantante e chitarrista centrale del gruppo, e i suoi compari (Jason Narducy, Cody Votolato e Rebecca Cole): solito look occhialuto da studenti americani un po’ goffi, che strimpellano le loro chitarre elettriche e si baloccano con tastiere elettroniche.

Basta un’occhiata al video di In a future world per cogliere i toni vintage e fumosi che permeano la sonorità e le immagini dell’intero album, proiettandolo negli psichedelici anni 70. Grazie anche all’intervento costante di tastiere e sintetizzatori, che amplificano le voci, dilatano le melodie squisitamente pop e allegre, risuonano di echi ora futuristici, ora stralunati.

Falling (In dreams) è un flusso iridescente di tamburi e distorsioni elettroniche, in cui l’inconfondibile timbro cristallino, quasi adolescenziale, di Lerner intona una melodia cupa di rancori e disagi, per poi sfumare nel più infuocato Sylvia. Quest’ultima richiama la spensierata ma trasognata intensità dei Joy Division e certi funambolismi sonori, un po’ evanescenti, dei Pink Floyd. In a Future World è il pezzo più incisivo dell’album. Una ballata sognante, colorata e tutta all’insegna di un caleidoscopico nonsense, in cui visioni allucinate, disilluse e poco rassicuranti sul futuro si fondono con risonanze elettroniche e la musica primordiale sintetizzata dalla tastiera. Bello anche il video, molto anni 70. Da Courtesy Phone, che richiama il ritmo rock e quasi forsennato di Sylvia, si passa quindi a Sleep in, flusso di sovrapposizioni vocali e manipolazioni elettroniche che coronano il fil rouge dell’album, sempre oscillante tra la realtà tutta disagi e disincanto e i vagheggiamenti della giovinezza.

Edoardo Pelligra
Edoardo Pelligra
Edoardo ha studiato filosofia in Italia e in Germania. Appassionato di opera lirica, scrive di musica e cinema e si occupa di ufficio stampa per il mondo della musica

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