L’hardcore estivo dei The Junction suona come alcune produzioni SST tra pop e noise, sporco, approssimativo quanto basta ma dall’impatto easy come potevano essere i primi Lemonheads o una versione meno sghemba dei Pavement di Slanted and Enchanted. Registrato da Luca Spigato presso gli Hate Studio di Rosà in provincia di Vicenza, contiene dodici tracce fulminee, tutte impostate su velocità, immediatezza e concisione, tanto da non superare i due minuti e mezzo di durata. Se il basso di Alberto Bettin conserva il suono rozzo di tutto l’hardcore old school, la chitarra di Marco Simioni ha un’approccio più rock che ci conduce talvolta verso territori glam, quelli di The Knack, giusto per fare un esempio (Get it now, Give me a call).
L’album, che è il secondo della band vicentina, esce il 17 aprile per Soviet Sudio con distribuzione Audioglobe.