domenica, Novembre 17, 2024

Virginia Wing – Measures of Joy: la recensione

Registrato agli studi Holy Mountain di Misha Hering e pubblicato da Fire Records, ‘Measures of Joy’ è un ambizioso concept che incamera suoni e immaginario tra gli anni ’80 e i ’90, ma forzandone definitivamente i margini. Da una parte la voce eterea di Alice Merida Richard, dall’altra i suoni così nettamente suddivisi tra una bassline in evidenza e le textures chitarristiche che descrivono paesaggi sonori infiniti, tra 4ad, My Bloody Valentine, i primi Stereolab, l’elettronica di Anne Clark e l’oscurità del progetto This Mortal Coil, i Bauhaus e anche una versione più rallentata del motorik teutonico.

Eppure l’insieme suona fresco e in continuo movimento, prima di tutto perché si tende a perdere i confini del brano, lavorando sulla sua dilatazione e decostruzione, senza soluzione di continuità. L’approccio non è certo quello della suite, quanto il tentativo più atmosferico di lavorare sull’ambiente sonoro come luogo immersivo, vero e proprio paesaggio da percorrere. Allo stesso tempo, ad eccezione di alcuni episodi più estremi, i brani non perdono quasi mai la loro identità interna, presentandosi come una variante rallentata di un immaginario pop comunque riconoscibile, senza abdicare alla definizione generica di dream-pop, shoegaze, new wave e via dicendo.

Sembra al contrario che i Virginia Wing siano più interessati a recuperare lo spirito e l’allure di un ventennio lavorando sopratutto sulla temporalità del dispositivo sonoro, anche in questo senso il riferimento agli Stereolab può essere pertinente per quanto riguarda le intenzioni, non certo per le scelte sonore.

Minimal e trance music, free talking, Jazz, pop, psichedelia, sperimentazione elettroacustica, diventano elementi di un discorso più complesso che non punta alla memorizzazione, ma al contrario spezza la concisione del brano per farne un’occasione combinatoria.

Michele Faggi
Michele Faggi
Michele Faggi è il fondatore di Indie-eye. Videomaker e Giornalista regolarmente iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Toscana, è anche un critico cinematografico. Esperto di Storia del Videoclip, si è occupato e si occupa di Podcast sin dagli albori del formato. Scrive anche di musica e colonne sonore. Si è occupato per 20 anni di formazione. Ha pubblicato volumi su cinema e nuovi media.

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