Francisco César Gonçalves in arte Chico Cesar è uno degli artisti più vivaci e poliedrici tra quelli che hanno rinnovato la musica brasiliana a partire dalla seconda metà degli anni novanta. Durante la sua carriera, che è costituita da cinque album sulla lunga distanza, si è occupato anche di poesia, scrittura in genere e di giornalismo. In questi giorni è arrivato in Europa per partecipare alla 21/ma edizione del Festival Mùsicas Do Mundo di Sines, ridente cittadina della regione del Portogallo chiamata Alentejo. Un festival che ha come vocazione quella di recepire tutte le istanze musicali provenienti da ogni angolo del globo, ponendo in primo piano la valorizzazione delle diversità e specificità che nella musica trovano una delle loro massime espressioni.
Chico Cesar è noto al grande pubblico per la canzone Mama Africa che nel 1996, anno di pubblicazione del suo secondo album intitolato Cuscuz Clã, lo consacrò come artista internazionale.
Ecco come ha risposto alle nostre domande durante gli incontri allestiti per la stampa e tenutosi oggi 26 luglio a Sines in attesa del suo concerto.
Chico Cesar, Mama Mundi – Live video
Intervista: Alessandro Allori
Traduzione Italiana: Ilaria Rizzo.
Foto: Alessandro Allori
Rispetto al momento storico particolare che sta passando il Brasile che importanza hanno la musica e la cultura in generale dal tuo punto di vista?
“Io vengo dalla generazione che ha combattuto con la musica e con le parole la dittatura militare. In questo momento storico, in cui le libertà democratiche sono messe in pericolo penso sia compito anche di noi musicisti e cantanti continuare a portare avanti quella battaglia che pensavamo fosse terminata, così da indurre nuovi cantanti e musicisti al coraggio della lotta. Io negli ultimi tempi ho ricevuto numerose aggressioni per strada con il grido di “vattene a Cuba” per le mie idee che ho sempre professato a non ho mai nascosto. Il mio paese dal momento della messa in stato d’accusa della presidente Dilma Rousseff è sprofondato in un vero e proprio delirio collettivo, perché dietro un movimento che giustamente protestava contro la corruzione si nascondeva la destra reazionaria e conservatrice di Bolsonaro che alla fine è riuscita a conquistare il potere”.
Quello che e’ successo secondo lei è il frutto della reazione di alcune classi sociali?
“Negli anni passati, è stato permesso alle persone che subivano pesanti negazioni di accedere ai consumi e all’istruzione in forma gratuita. I governi regionali hanno aperto tavoli e uffici che si occupavano dei diritti delle donne, dei neri, degli indigeni e degli omosessuali ovvero di tutti quelli che prima erano emarginati. Le faccio un esempio, nei quartieri bene di San Paolo dove io vivo prima non vedevi passare un nero, ora è possibile incontrarli e tutto questo, insieme ad altri aspetti, ha infastidito gli ambienti più conservatori del paese”
Come vede la situazione dei giovani cantanti brasiliani?
“Ci sono tante tendenze che prima venivano vissute con una certa riservatezza e paura, ma che ora vengono fuori in modo più spontaneo, perché c’è un’orgogliosa presa di posizione rispetto ad alcune marginalità. Io che sogno un Brasile più tollerante vedo con piacere che tra i giovani colleghi si sta facendo strada un approccio molto più sincero rispetto al passato, aspetto che ha dato origine a numerose tendenze musicali diverse tra di loro e da quando avevo 20 anni. Nei festival come quello di Sines si coltiva la diversità e per i giovani, gli eventi come questo sono più importanti di altre manifestazioni ufficiali perchè offrono la possibilità di conoscere una finestra sul mondo, rendendoli consapevoli della bellezza che si nasconde nelle differenze”
Che opinione ha della musica hip-hop?
“Ci sono tanti interpreti impegnati in questo genere musicale che trasmettono un messaggio positivo. Per esempio, vorrei citare un giovane artista hip-hop che ammiro molto e che si esibirà anche lui al Festival do Mondo, si chiama Rincon Sapiencia e produce una musica di grande impegno, ma allo stesso tempo apertissima alle influenze esterne”.
Lei è un artista poliedrico che abbraccia tante forme di espressione. Come ama definirsi?
“Io sono un cantautore che ama rappresentare in musica quello che scrive con la poesia. Mi sorprende, ma ovviamente mi fa molto piacere, che ci siano alcuni cantanti che interpretano le mie canzoni. Io faccio parte della cultura nera brasiliana e per questo sento le mie radici in Africa o meglio in “Mama Africa”. La musica nera è presente in molti generi brasiliani dal Forró alla musica popolare che rappresento personalmente. I neri brasiliani alla fine hanno una visione idealista dell’Africa, non sempre corrispondente alla realtà. Il Brasile è un calderone di culture e la cultura nera rappresenta una parte imprescindibile che insieme alle altre ne fa un paese assolutamente unico”.
Il Festival Mùsicas Do Mundo continua durante tutta la notte fino all’alba, la lunga giornata del 26 luglio ha già attraversato la notte del 27 nel momento di pubblicare questa intervista, si esibiranno a breve:
00h45: ** OMAR SOULEYMAN (Síria) @ Castelo
02h30: RINCON SAPIÊNCIA (Brasil) @ Palco Galp – Av. Vasco da Gama
03h45: SHANTEL & BUCOVINA CLUB ORKESTAR (Alemanha) @ Palco Galp – Av. Vasco da Gama
La Giornata del 27 Luglio (Sabato) prevede una serie di concerti a partire dalle ore 18:00
18h00: VIRGEM SUTA (Portugal) @ Castelo
21h00: ** LADYSMITH BLACK MAMBAZO (África do Sul) @ Castelo
22h15: ** BATIDA APRESENTA: IKOQWE (Angola / Portugal) @ Castelo
23h30: ** UNDERGROUND SYSTEM (EUA) @ Castelo
00h45: ** INNER CIRCLE (Jamaica) @ Castelo
02h30: ANTÓNIO MARCOS (Moçambique) @ Palco Galp – Av. Vasco da Gama
03h45: LA P’TITE FUMÉE (França) @ Palco Galp – Av. Vasco da Gama
05h00: ZENOBIA (Palestina) @ Palco Galp – Av. Vasco da Gama
Programma completo in PDF, scaricabile da questo link