Riccardo Pasquarella è il titolare principale de “La Sonda Cassini“, quartetto romano che comprende Giordano Tricamo alla batteria, Andrea Colicchia al basso e Paolo Meloni alla chitarra elettrica. Pasquarella, musicista romano dalla vasta esperienza e già parte di Hellosocrate, Kids With The Crown e Riccardo Pasquarella & i Santi Bailor, abbandona solo apparentemente le influenze folk, pur mantenendo un piede dentro le nobilissime influenze capitoline che caratterizzavano le sue produzioni precedenti.
Quello de “La Sonda Cassini” è una personalissima ricognizione nel mondo cantautorale che dalla dimensione intima traccia connessioni più ambiziose con quel rapporto contemplativo che manteniamo con l’universo.
Tra le band selezionate per la quarta eliminatoria del Rock Contest Fiorentino, in programma il 31 ottobre presso il Glue di Firenze, li abbiamo interpellati intervistando Riccardo Pasquarella.
Per consultare tutte le interviste e i contenuti speciali dedicati ai 30 ospiti del rock contest fiorentino, Indie-eye, media partner del festival, ha aperto una sezione specifica da questa parte: Rock Contest 2017, tutti i contenuti
La Sonda Cassini non esiste più. Venti anni di servizio dallo spazio profondo, per poi disintegrarsi nel niente. Hai ideato il progetto prima di questo evento? Come mai ha deciso di chiamarlo così?
Ho ideato il progetto prima che la Sonda Cassini si schiantasse sul suolo di Saturno, ed è anche il motivo per cui ho deciso di chiamare la band in questo modo. Il motivo è semplice: facendo così la Sonda e tutto ciò che è collegato ad essa non finirà. Il paradigma che la Cassini ha fatto in questi 20 anni è incredibilmente profondo e collegato all’esistenza umana, potremmo quasi dire che la Sonda è una metafora della vita umana: che nasce, compie un viaggio alla ricerca di qualcosa che non conosce ed infine muore.
Hai già esperienza come musicista. Il tuo progetto chiamato Riccardo Pasquarella & i Santi Bailor era devoto ad un folk cantautorale che attingeva a più di una tradizione, partendo però da quella capitolina. Cosa cambia con La Sonda Cassini, dall’amore per Lando Fiorini ad un altro tipo di musica?
In realtà, la mia esperienza come musicista si forma ancora prima con gli Hellosocrate, poi con i Kids With The Crown, dopo con i Santi Bailor ed ora con la Sonda Cassini.
La ragione di questi cambiamenti credo risieda nel fatto che la mia scrittura scelga strade differenti sempre parallele tra di loro. Non riesco a scrivere in un solo modo e quindi poi capita che questi diversi modi musicali diano vita a band e strutture differenti. Ma nessuna esclude l’altra in nessun modo, convivono insieme come fanno le diverse personalità dell’essere umano.
La Sonda cassini è un quartetto. Se mi consentite si sente molto l’eco di Giovanni Lindo Ferretti nella scrittura, ma tradotto in una dimensione originale e non imitativa. Per esempio mi sembra che Roma rimanga ancora al centro, come spirito, come ispirazione, come aria e atmosfera. Cosa ne pensate e quale Roma raccontate?
Diciamo che i fili ed i legami che mi tengono legato a Roma sono così forti che poi alla fine se ne possono sentire: il rumore, l’odore e le luci, in tante cose che faccio. Poi, alla fine, così come sono diversi i modi e quindi le musiche che scrivo, sono differenti anche gli aspetti e le facce della città che mi piace raccontare. Questo anche perché essi sono collegati agli esseri umani con cui hanno a che fare e quindi le miliardi di storie e possibilità che possono accadere in uno scenario fuori dal tempo come è proprio Roma. Comunque grazie per il paragone con Lindo Ferretti, è un grande artista secondo me.
E la dimensione “americana”? Sembra che quel suono “astrale” derivato da certo country sospeso nel tempo, come quello di Mark Eitzel e degli American Music Club, sia un altro elemento presente nella vostra musica….
Se ne sente l’influenza, credo perché, ascolto tanta musica che viene un po’ dappertutto. E poi alla fine tutte queste contaminazioni colpiscono ciò che scrivo, penso sia inevitabile.
Siete in quattro. Oltre a Riccardo Pasquarella chi suona ne La Sonda Cassini e cosa suona?
Per il momento siamo in quattro si, con Giordano Tricamo alla batteria, Andrea Colicchia al basso e Paolo Meloni alla chitarra elettrica. Ma da questo punto di vista non ho mai avuto limiti nel numero dei musicisti, anzi mi piacerebbe allargare la cosa ad altri strumenti. Questo perché credo nella collaborazione che porta sempre qualcosa di nuovo e nella quale a volte si trova un’evoluzione.
Come vi siete incontrati e come avete messo insieme il progetto?
Con Giordano Tricamo suoniamo già insieme nei Santi Bailor, mentre con Paolo Meloni ci siamo incontrati per un altro progetto musicale e scoprendo affinità di scrittura abbiamo iniziato a collaborare per la Sonda Cassini. Per il basso, amicizie musicali in comune ci hanno fatto incontrare.
In termini produttivi a che punto siete e come andrete in studio; mi riferisco ad un possibile prossimo disco, alla figura, assente o presente, di un produttore artistico..
Di musica per la Sonda ce né, di materiale su cui poter lavorare bene anche.
Cosa accadrà da qui in poi lo scopriremo andando avanti. Nel tempo ho fondato un’etichetta per produrre la musica in cui credo: Officina 79 Records. Anche se non nascondo la voglia di voler collaborare con un produttore artistico che capisca profondamente ciò che facciamo e desideriamo comunicare, per far si che la Sonda Cassini ne guadagni molto e possa migliorare ancora di più.
Che tipo di scena musicale vi piace, vi interessa, vi attrae, e quale al contrario vi respinge, anche semplicemente per raccontarne la vivacità o al contrario, l’anemia.
Questo è un argomento ampio, molto. Personalmente credo che l’idea di scene o categorie appartenga più a chi ne scrive e critica. Quando mi trovo a fare musica e nuove cose non penso mai di farlo per un genere o in un modo preciso, anzi, è spesso la musica stessa che mi porta a trovare richiami in generi musicali diversi, talvolta inconsapevolmente.
Il rock contest è una manifestazione che consente prima di altre, di connettersi all’attività concreta degli addetti ai lavori, inserendo gli artisti in una filiera produttiva e promozionale che incoraggia ad andare avanti. Cosa ne pensate e perché avete deciso di partecipare al contest fiorentino?
La decisione è semplice: connettersi con il mondo, raggiungere più persone possibili e comunicare. Ritengo che lo scopo principale della musica sia proprio la comunicazione ma serve sempre un pubblico a cui destinare questo messaggio, senza di esso si finirebbe per suonare e cantarsi addosso. E non è questo lo scopo della Sonda Cassini.
La Sonda Cassini, la scheda sul sito ufficiale del Rock Contest