I Lupineri si sono formati a Firenze nel 2016, ma prima di questo maturano un’esperienza quasi decennale con altre band locali.
La loro formula è strettamente legata alle sonorità del pop inglese, tradotto secondo le coordinate di quello italiano recente. Dopo aver aperto per artisti come Il Genio, I Camillas, Lucio Corsi e altri artisti, grazie anche alla rete di musicisti di cui fanno parte e che si chiama “Fiore sul Vulcano“, arrivano al Rock Contest Fiorentino, tra le band selezionate per la seconda eliminatoria del concorso organizzato da Controradio, che avrà luogo al Combo Social Club il 26 ottobre 2017.
Per conoscere la loro musica da vicino, li abbiamo intervistati.
Per consultare tutte le interviste e i contenuti speciali dedicati ai 30 ospiti del rock contest fiorentino, Indie-eye, media partner del festival, ha aperto una sezione specifica da questa parte: Rock Contest 2017, tutti i contenuti
Lupineri, come mai avete scelto questo nome?
È venuto fuori da un mix dei nostri nomi. Siamo Lupo, Neri e Marco. “Marco e i Lupineri” era troppo lungo e per questo Marco ce l’ha ancora con noi (n.d.a. ride)
Venite da una lunga esperienza di palco, condivisa con altre band in forma collettiva e collaborativa, quanto di questa esperienza ha influenzato i suoni e le scelte dell’album che state preparando?
Moltissimo. La sensibilità di un musicista non può essere altro che il risultato di tutte le esperienze che ha vissuto e la fortuna più grande che può avere un artista è trovare persone che lo affianchino in questa ricerca. Abbiamo fondato insieme ad altre band fiorentine un’associazione culturale di musicisti, “Fiore sul vulcano”, che ha proprio questo obiettivo. Aiutarsi tra musicisti, soprattutto a Firenze, è sempre stato difficile. Fino ad ora ci siamo intralciati a vicenda. Questo album invece sarà un prodotto anche di questi incontri.
I due brani che al momento si possono ascoltare dalla nuova produzione si intitolano il primo “Fegato” e il secondo “Ossa”. Sintetici e precisi, fisici e diretti. Sarà questa la direzione dell’album sulla lunga distanza?
Abbiamo sempre cercato, soprattutto nei testi, di raccontare quello che volevamo con la nudità che dovrebbe essere propria di ogni artista. Ci vuole sincerità per coinvolgere le persone. L’album che stiamo preparando sarà onesto, uno spaccato di quello che siamo.
In termini musicali sembra che il pop-rock italiano di orientamento melodico, si sposi ad altre suggestioni, dal post-rock all’emo-core. È questa la fusione che vi interessa?
Senza dubbio sono generi che abbiamo ascoltato molto. Ci è piaciuto unire alcune caratteristiche della musica italiana, come la necessità di un testo che abbia qualcosa da dire, con la musicalità tipica degli inglesi. Mi ricordo (n.d.a. è Lupo che parla) che quando avevo 14 anni nel mio ipod era come se Luigi Tenco e Lucio Battisti facessero la guerra all’emocore e all’indie inglese. Marco invece ha sempre preferito la scena indipendente, sia italiana che anglosassone.
Fegato è tratto dal vostro primo Ep. Possiamo considerarlo un’indicazione definitiva per il vostro suono e per la direzione che prenderà l’album?
Fegato è una parte del quadro generale. Non è la chiave di volta per quello che sarà questo album, ma ha sicuramente delle caratteristiche che ci contraddistinguono. Il lavoro in studio aggiungerà sonorità che lo renderanno più moderno di quanto non sia adesso. Lavoreremo molto su questo aspetto. Abbiamo ancora tantissimo da farvi scoprire.
Avete collaborato con Matteo “Monoloco” Marliani di Boomker Studio per la produzione dei suoni dell’EP. Quanto ha cambiato la vostra visione della musica?
Matteo Marliani ci ha aiutato tantissimo sia dal punto di vista musicale che umano. Gli siamo grati. Ha una sensibilità rara come produttore, è un professionista. Nella nostra preparazione come band, sul palco e in studio, è stato un importante punto di inizio.
Il videoclip di Fegato è diretto da Orlando Caponetto di Artstudio, direttore della fotografia e regista che ha collezionato numerose collaborazioni nell’ambito della documentazione e delle arti performative. Come si è svolta la collaborazione con lui?
La collaborazione con Orlando è stata una delle più facili e produttive che abbiamo mai avuto. È un professionista, attento e preparato. Nel lavoro che abbiamo svolto insieme lo stesso Matteo Marliani ha avuto un grande ruolo, dalla ideazione alla realizzazione del videoclip. Sono una coppia formidabile.
Lupineri – Fegato – Dir: Orlando Caponetto
Cosa pensate della rinascita dei Videoclip con la scomparsa delle televisioni tematiche e il ruolo sempre più centrale di youtube e di altre piattaforme per i contenuti audiovisivi?
Siamo cresciuti negli anni novanta, MTV spopolava. La sostituzione delle piattaforme di divulgazione, musicale e non, si è sempre adeguata agli utenti e nessuno ne ha mai sofferto. YouTube è una risorsa infinita di idee e i videoclip sono una risorsa fondamentale per far conoscere la propria arte. In Italia la possibilità di vedere cosa fanno nel resto del mondo in questo ambito aiuta; è strano come il cinema italiano sia stato così straordinario e i videoclip italiani così piatti.
Come sarà il vostro set al Rock Contest, potete anticiparci qualcosa?
Sarà nuovo, forte e coinvolgente. Non vi anticipiamo altro, dovrete venire a sentirci!
Il Rock contest di Controradio ha un ruolo fondamentale in Italia e rispetto ad altri concorsi simili, connette il sistema produttivo corrente con gli artisti. Quali sono i motivi per cui avete deciso di partecipare e cosa pensate possa offrirvi questa manifestazione?
Il Rockcontest ha delle caratteristiche uniche che lo rendono una manifestazione tra le più interessanti in Italia. Non è solo una vetrina perché è organizzato da persone che vivono la musica e tutto il suo mondo con vera passione. Ha tantissime cose da offrire, dalla visibilità alla possibilità di relazione con la stampa del settore e con il mondo della discografia in Italia. Per noi farne parte è un vero onore.
La scheda dei Lupineri sul sito ufficiale del Rock Contest 2017