lunedì, Dicembre 23, 2024

Rock Contest 2017 – SoulTroubles, Soul e altre contaminazioni: l’intervista

I SoulTroubles sono nati nel 2016, ma i musicisti che hanno dato vita al progetto, possono vantare una notevole esperienza. Il chitarrista e compositore Francesco Giubasso e la cantante Elena Romano rappresentano la cellula originale. A loro si sono aggiunti Elia Ciuffini (batteria), Federico Calabretta (tastiera) e Angelo Terranova (basso), temporaneamente sostituito da Simone Dellisanti per motivi di studio.
Tutti musicisti che provengono dall’ambito musicale legato al conservatorio e che con perizia rileggono il soul classico attraverso quella raffinatezza che era emersa negli anni novanta dalle varie “rebirth of cool” britanniche ma anche dal lounge made in Italy che trovava proprio a Firenze un centro creativo importante, ci riferiamo a band come i Mondo Candido e alle produzioni del compianto Marco Lamioni.
I SoulTroubles hanno quindi alcuni punti di riferimento ben precisi, ma li affrontano con grande originalità e personalità, limitando al minimo le intrusioni elettroniche e aprendo i suoni del soul classico alla contaminazione di altri generi “roots”. Merito dell’eclettisimo di Francesco GIubbasso, chitarrista capace di spaziare dal Jazz al soul, dal reggae alla lounge music con una disinvoltura invidiabile, ma anche della sensualissima Elena Romano, cantante dalla notevole voce e con una presenza degna di una vera e propria “Queen of soul”.
Tra le band selezionate per la terza eliminatoria del Rock Contest Fiorentino, i SoulTroubles si esibiranno sul palco del Combo Social Club di Firenze il prossimo 30 ottobre.

Per l’occasione li abbiamo incontrati e intervistati per conoscere da vicino la loro musica

SoulTroubles – Every Time You Know

Per consultare tutte le interviste e i contenuti speciali dedicati ai 30 ospiti del rock contest fiorentino, Indie-eye, media partner del festival, ha aperto una sezione specifica da questa parte: Rock Contest 2017, tutti i contenuti 

Elena Romano viene dal Jazz, ha avuto molte esperienze come cantante e ha inciso anche una bella cover di “Lorde” in una versione più “hot” e dance, mentre Francesco Giubasso è attivo come chitarrista, quando avete pensato di unire le forze e di affrontare una strada marcatamente più “soul”?

Francesco: All’inizio, ci siamo incontrati più volte per preparare un repertorio di cover con l‘intenzione di proporlo semplicemente nei piccoli locali e club del centro di Firenze. Da questi incontri, è nata l’idea di dare vita a un progetto di musica soul che è sempre stato il mio sogno, ed in più, avevo la consapevolezza di aver trovato la cantante giusta per realizzare ciò che avevo in mente. Fino a quel momento, non avevo trovato le persone giuste per questo genere. Quando lo proposi, Elena era d’accordo e entusiasta, infatti senza che io lo sapessi con certezza, aveva sempre nutrito una forte passione per questa musica e desiderava poter trovare musicisti con i quali collaborare in tal senso . E’ stato un periodo di forte sintonia fra di noi e sentivamo nell’aria una piacevole forza creativa alimentata dall’entusiasmo di questo nuovo inizio per tutti e due. Subito dopo sono arrivati i primi esperimenti e la prima bozza di ‘’Rose Bed’’. Ci siamo messi a cercare bravi musicisti, soprattutto nella scena jazz di Firenze e/o del conservatorio così abbiamo trovato Angelo (basso), Elia (batteria) e Federico (tastiere) ed è nato un gruppo molto unito, con un approccio molto professionale e divertente allo stesso tempo, non potevamo chiedere di meglio.

Siete più vicini al soul classico e alla rebirth of cool britannica rispetto alle declinazioni contemporanee, in altri termini l’elettronica è ridotta al minimo o inesistente, immagino sia una scelta ben precisa.

E’ stata una scelta precisa per il nostro inizio e anche per le possibilità timbriche di cui disponevamo sul momento. Volevamo esordire con un sound soul classico per presentarci, dire ‘’eccoci qua’’, queste sono le nostre basi musicali, tutto ciò che abbiamo ascoltato notti intere e ci ha accompagnato nella vita e nella crescita
musicale individuale, ma non è certo finita qui, non abbiamo detto tutto. Il Soul sarà il nostro filo conduttore e giocheremo con questo contaminandolo, scomponendolo, asciugandolo in tutto il nostro percorso anche in futuro. E’ proprio quello che da un po’ di tempo a questa parte stiamo già attuando in sala prove, in vista del nuovo ep che sarà ricco di elementi di contemporary R&B, neo-soul e hip hop.

A Firenze si è respirato soul music e lounge music per lungo tempo. Penso anche a formazioni come i mondo candido, alle compilation curate dal compianto Marco Lamioni. Sono riferimenti importanti per voi?

Si lo sono, e abbiamo anche avuto modo di poter dare ai componenti dei ‘’Mondo Candido’’ il nostro ep per poterlo ascoltare e consigliarci, esprimendo il loro parare. Per l’appunto questo incontro è avvenuto ad una serata
interamente dedicata a Marco Lamioni.

Come avete lavorato in studio per la produzione dei suoni insieme a Matteo Marliani, il suo apporto è stato fondamentale per definire alcune scelte?

Matteo Marliani è per noi un punto di riferimento, ed è il primo a cui chiedere opinioni sul nostro lavoro. Ci sentiamo molto affini sia a livello umano che su quello musicale e sappiamo capirci molto velocemente. ed è stato così fin da subito. Matteo, sa darci i consigli giusti, senza imporre il suo pensiero in modo pesante e ha contribuito a creare nella band lo spirito giusto per dare sempre il massimo, sia nella composizione che nel live. Il suo lavoro per il primo ep è stato per lo più nella fase di recording, mix e mastering, con l’attenzione con cui ha curato tutte le fasi è riuscito a far suonare i brani nel modo che ci piace, assolutamente soul, come lo pensavamo. Abbiamo deciso insieme a lui di farlo esattamente così, anche se abbiamo dovuto fare degli esperimenti prima di arrivare a quel suono, il suo lavoro è una attenta ricerca del sound e ogni progetto che cura ha bisogno di fare il suo percorso, prima di arrivare al risultato finale, lui è perfezionista, un ottimo professionista e un creativo.

SoulTroubles – Dead Man

Mi piace molto la produzione su “Dead Man”, un brano davvero ricchissimo anche dal punto di vista degli arrangiamenti. Chi si occupa di questo aspetto?

Grazie, ci fa molto piacere. In generale i nostri brani partono da un provino che io registro a casa
mia, sul quale in principio lavoro da solo e cerco di completare interamente o almeno strofa e ritornello, poi lavoro con Elena per farle registrare delle prove di voce già composte o per lavorare insieme sulla linea di canto. In seguito lavoriamo sul testo: alcuni testi vengono scritti solo da lei, altri solo da me e ancora altri insieme. Una volta che il provino è pronto, lo portiamo in sala e lo facciamo sentire agli altri. E’ proprio lì che inizia il lavoro vero di arrangiamento, perchè il provino è come la bozza di un quadro. A questo punto, entra in gioco la sensibilità e il gusto musicale di ognuno. Vengono modificate le parti, cambiate, arricchite o semplificate e ognuno diventa compositore a modo suo. La regola, è quella per cui noi dobbiamo servire a valorizzare Elena e accompagnarla come una macchina del ritmo, dove lei riesce a districarsi danzando vocalmente sopra il nostro
groove. Ultimamente anche Federico ha iniziato a scrivere per la band, arrangiando alcuni brani dal vivo e altre composizioni originali che sentirete nel prossimo EP. Elia ed Angelo in più, riescono a trovare sempre delle combinazioni ritmiche diverse, per non appiattire il brano e farlo risultare troppo monotono alle orecchie dell’ascoltatore.

Il mondo “letterario” a cui vi riferite è quello delle liriche soul tradizionali? Amore,
desiderio, disillusione?

In gran parte si, almeno in questo ep, ci sono anche alcune eccezioni come Dead Men Dance dove il testo racconta una spaventosa avventura di cinque piccoli ragazzi.

Per quanto riguarda le parti di chitarra curate da Francesco, mi piace molto il suono che ottieni. C’è molto Jazz/pop à la Style Council, ma anche un certo groove rocksteady e reggae, in questo senso, pur mantenendo i piedi ben saldi nella tradizione soul, ci sono altri elementi che arricchiscono il quadro. La vostra intenzione è quella di continuare su questa strada, contaminando stili differenti?

Esattamente, e rendendo il sound più moderno, le nostre scelte di sound sono anche influenzate dall’idea che abbiamo di show dal vivo e piano piano stiamo aggiungendo sfumature diverse.

Una domanda per Elena; dal punto di vista della voce quali sono i tuoi riferimenti, recenti e meno recenti?

Elena: Difficile a dirsi, sono sempre stata sensibile alle belle voci, grazie a mia madre che mi ha trasmesso questa passione. Non ho un riferimento specifico: mi ispiro alla tradizione Blues, Soul e Jazz, estrapolando gli aspetti per me più interessanti su cui poi lavorare e aggiungere sfumature più attuali. Sicuramente, parlando di nomi, Nai Palm (Hiatus Kaiyote), Lorde e Dillon sono i miei riferimenti recenti, per quanto riguarda il passato grandi come Donny Hathaway e Al Green.

Il rock contest è una delle poche realtà competitive ad offrire possibilità che vanno oltre il riconoscimento, perché consente agli artisti di entrare concretamente in contatto con il mondo della produzione e della promozione. Cosa pensate possa portare di positivo ai Soul Troubles?

Innanzitutto è un modo per noi di metterci in gioco, e testare la reazione dei giudici e quella del pubblico ai nostri brani. In più per noi che siamo di Firenze, partecipare al Rock Contest, è come entrare nella tradizione musicale della nostra città che ha dato tanto alla musica italiana. Sarà sicuramente stimolante ascoltare i consigli e i pareri che gli esperti del settore ci forniranno, al fine di migliorare e, perchè no, magari arrivare fino in fondo al contest.

La Scheda dei SoulTroubles sul sito ufficiale del Rock Contest

Stefano Bardetti
Stefano Bardetti
Stefano Bardetti, classe 1974, ascolta musica dai tempi appena precedenti al traumatico passaggio da Vinile a CD; non ha mai assimilato il colpo e per questo ne paga le conseguenze.

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