mercoledì, Dicembre 18, 2024

Opera di Kyo Maclear e Byron Eggenschwiler: la musica, l’educazione e la speranza di una vita lunga e strana

Nella tarda estate dell’84 Suzanne Vega viveva a New York, per la precisione a Chelsea, all’angolo tra l’ottava Avenue e la 23/ma strada. Durante quei mesi ricevette un plico sbagliato nella cassetta delle lettere. Era una rivista dedicata ai ragazzi e sull’etichetta con lo spazio necessario per l’indirizzo, era segnato il nome di “Luka“. La Vega dichiarerà in più occasioni di esser rimasta colpita da questo nome così particolare, di cui non riusciva a determinare né la nazionalità né il genere. Un piccolo mistero che non mitigherà la forza poetica di una delle sue più note canzoni, anche quando Luka si manifesterà nell’ascensore condominiale. Suzanne scriverà una canzone che sullo sfondo descrive una storia di abuso e violenza, pubblicata nel 1987 all’interno di “Solitude Standing”, uno dei suoi album più riusciti. Quello che subisce Luka non viene determinato in base alla qualità degli eventi, ma dall’intensità con cui riusciamo a connetterci con questa figura fragile, solitaria, spinta ai margini della metropoli da una forza che potrebbe essere quella famigliare, così come la dimensione tribale del contesto scolastico.
Il personaggio con lo stesso nome ideato dalla scrittrice canadese Kyo Maclear sembra scaturire da una fonte poetica molto simile e chissà che la talentuosa autrice di libri per ragazzi nata nel 1970, non abbia pensato al brano della Vega per tratteggiare le caratteristiche di questa figura misteriosa al centro di “Opera“, inizialmente descritta a partire da un banco scolastico vuoto, traccia presente e vicina che allo stesso tempo determina un’impenetrabile distanza, come il “second floor” raccontato dalla Vega, collocato sopra la sua testa, ma inaccessibile.

Byron Eggenschwiler, uno degli illustratori più quotati e sorprendenti in circolazione, affianca la narrazione della Maclear conservando quelle caratteristiche che gli consentono di individuare una porta tra realtà e surrealtà, attraverso tutti gli elementi che hanno animato sin qui il suo lavoro, inclusa la relazione strettissima con il mondo degli animali.
Charlie Noguchi, una delle ragazze di origini asiatiche della 8C, segue insieme ai compagni le lezioni del professor Karner, la cui missione è quella di animare l’ora di musica attraverso una guida ragionata all’ascolto. Condurre gli studenti verso la canzone della propria vita è il compito che Mr. K. si prefigge, cercando costantemente una connessione tra le ragioni storiche che hanno determinato la nascita di una scena musicale popolare e i sentimenti individuali dei ragazzi.

Oltre alla pratica strumentale, il formato che K. utilizza durante le sue lezioni è il “vecchio” Vinile. Un impianto stereo tradizionale, corredato di un bel piatto, assume posizione parallela alla cattedra e nonostante alcune resistenze, l’insegnante riesce a stabilire una connessione tattile e partecipativa della fruizione, assimilando lo spazio dell’ascolto a quello di una performance collettiva. L’ascolto condiviso, lungi da esser rappresentato come una prassi esoterica, spezza l’isolamento dei ragazzi e la velocità digitale che ogni giorno impone loro la dieta sonora architettata dagli algoritmi, disvelando la storia di un brano, l’urgenza di uno stile, la fantasia poetica innescata nel presente, da un segnale lontano e immerso nel passato.

Attraverso i decenni, la formazione di K. cresciuto durante gli anni ottanta, influenza la fantasia degli studenti e consente alla Maclear di avvicinarsi ai desideri di alcuni di loro.
Emilie, il più gentile e solitario, adora gli insetti e ha rilevato le arnie del padre; mentre Charlie lo osserva con il tremore di una passione inconfessata, l’assenza di Luka sembra pesare sul loro potenziale rapporto con la forza di un’energia misteriosa, la stessa in un certo senso che determinerà le scelte dei ragazzi più sensibili alla vigilia dell’esibizione di fine anno.

Rispetto alle consuetudini del racconto di formazione, la Mclear e Eggenschwiler, trovano una sinergia che esce dal predominio soffocante della realtà, per connettere passato e presente in un avvitamento virtuoso e positivo.

Non è la dimensione nostalgica a determinare la qualità elegiaca del racconto, ma lo spazio che si crea con la trasmissione della conoscenza, attraverso un’incorporazione affettiva ed emotiva di due percezioni a confronto, quella del coinvolgente Mr. K. mai arreso alla dissoluzione nichilista contemporanea e il riflesso di luce nella vita di un gruppo di studenti qualsiasi, la cui eccezionalità emerge proprio dalla capacità di ricevere ed interpretare un lungo percorso storico, senza arrendersi necessariamente agli stimoli dell’agenda corrente.

La speranza che il sentimento individuale emerga è al centro della “pedagogia” di Mr. K. proprio quando decide di mettere insieme la storia dei grandi interpreti con quella minima del quotidiano, tanto da confondere improvvisamente e senza vergogna le proprie composizioni, tra quelle di Patti Smith e la nascita dell’hip hop statunitense.
Nel solco dei grandi racconti cinematografici e letterari legati agli anni della formazione, la Mclear non cavalca un facile ottimismo, al contrario fa emergere le contraddizioni di un sentimento creativo individuale, attraverso una rilettura del dissidio generazionale come grande spazio del possibile.

Sono i disegni di Eggenschwiler e il suo surrealismo pronto ad esplodere dalle sollecitazioni del quotidiano, a consentire un passaggio, narrativo e cromatico, dal sogno al ricordo, dal ricordo alla realtà, dallo spazio reale all’espansione sensoriale.
In questo senso, la dimensione “grafica”, incontra e anticipa quella del romanzo, determinandone gli snodi, costruendo delle ellissi sorprendenti oppure togliendo letteralmente il fiato con improvvisi vuoti, anche di senso, che lo avvicinano moltissimo alla forza di un racconto cinematografico sottrattivo.

Luka diventa in un certo senso l’energia potenziale nascosta in Emilie e Charlie. La Mclear non chiarisce completamente la dinamica che lega i tre personaggi, così come non si attarda sull’omosessualità di Luka, se non per definire lo spazio brutale del rifiuto all’interno del contesto scolastico. Luka diventa un attrattore di energie potentissime, si sovrappone in un certo senso al nascente amore di Charlie per il percorso artistico di Maria Callas e allo stesso tempo da corpo all’orgoglioso individualismo di Emilie, tratteggiato dalla coppia di autori canadesi senza alcun didascalismo, ma con la forza di segni e dettagli determinanti, come i calzini con motivi di api oppure gli insetti che dialogano con il ragazzo dalla finestra della classe, durante lo svolgimento delle lezioni.

L’invito che i due autori rivolgono ai giovani lettori, ma anche a noi, è quello di ritrovare le tracce di una vita piena e felice, nella “stranezza”. Difficile trattenere le lacrime quando questa stessa “stranezza” viene illustrata da una puntina che riproduce il microsolco, proprio perché la porta che spalanca, soprattutto per chi non ha vissuto gli anni di Mr K. è ancora una volta quella che attraversa la curvatura del tempo, con la forza e la capacità di meravigliarsi.

Del resto, quella splendida sospensione che si determina dallo sguardo di Charlie fuori dalla vignetta, mentre guarda verso di noi, forse verso gli amici o ancora verso il vuoto, descrive con la parola “tremito” quello spazio indicibile che si crea tra emozione e difetto, capacità tecnica della voce e improvvisa rottura nell’emozione. L’imprevisto che l’artificio vorrebbe cancellare.

Opera è pubblicato in Italia da Edizioni BD in una splendida edizione in copertina dura ed è stato finito di stampare nel luglio del 2019.
La traduzione del volume è a cura di Federico Salvan, il lettering è di Massimiliano Lucidi, mentre l’adattamento handlettering è a cura di Lucia Palombi.

Michele Faggi
Michele Faggi
Michele Faggi è il fondatore di Indie-eye. Videomaker e Giornalista regolarmente iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Toscana, è anche un critico cinematografico. Esperto di Storia del Videoclip, si è occupato e si occupa di Podcast sin dagli albori del formato. Scrive anche di musica e colonne sonore. Si è occupato per 20 anni di formazione. Ha pubblicato volumi su cinema e nuovi media.

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