sabato, Novembre 2, 2024

Extraordinary Records: Il volume Taschen sui vinili colorati e “strani”

Il rapporto tra arte e vinili, analizzato a partire dalla loro dimensione visuale, attraverso artwork, copertine e la creatività di alcuni artisti tra i più rappresentativi dello scorso secolo ha già impegnato Taschen nella pubblicazione di alcuni volumi, riportando al centro l’amore per un oggetto che non esaurisce le sue potenzialità nell’ambito del suono, della registrazione e del mastering.

Dischi Extra-ordinari. Quando il vinile è a colori

“Extraordinary Records” va oltre e attraverso le meticolose collezioni di Alessandro Benedetti e Peter Bastine celebra aspetti materiali inconsueti legati ai colori e alle forme del vinile.

Scritto dai due collezionisti con la prestigiosa collaborazione di Giorgio Moroder e della rivista Colors,  passa in rassegna, dischi monocromatici, picture disc, vinili sagomati, dischi multicolore, macro insiemi di questa analisi figurativa che occupa più di 500 pagine illustrate dove le edizioni più strane, i colori più sgargianti e le forme più incredibili, oltre al valore collezionistico, assumono le caratteristiche di una vera e propria opera d’arte che supera i confini della cornice “vinile” come oggetto legato semplicemente all’ascolto.

Acquista Extraordinary records su sito di Edizioni Logos, distributore italiano di Taschen Edizioni

In un periodo di riscoperta del formato, sopratutto da parte di un mercato ormai esangue sotto il profilo delle vendite costretto a fare marcia indietro, questo volume rappresenta un’ottima guida per scovare edizioni altrimenti inconoscibili.

I dischi colorati, sagomati, multicolore e picture vengono osservati come opere d’arte

Benedetti e Bastine, tranne alcuni accenni, non si occupano della valutazione degli oggetti esaminati, per quello ci sono strumenti specifici e l’interesse dei due autori rimane ben saldo alla tipologia del catalogo storico-artistico, tanto da accompagnare tutte le illustrazioni con schede sintetiche che definiscono la genesi di quella particolare edizione con datazioni, tiratura e riferimenti legati alle tecniche di realizzazione del supporto.

Ogni sezione è infatti accompagnata da una breve ma esaustiva introduzione sulle tecniche utilizzate per ottenere determinate forme, effetti cromatici e luminosi; dalla trasparenza ai fogli necessari per stampare un buon picture disc.

I vinili colorati non suonano peggio di quelli neri

Tra le leggende che vengono sfatate, quella secondo cui i vinili colorati suonerebbero peggio di quelli neri. In realtà, come spiega in modo preciso Benedetti, la colorazione nera della maggior parte dei dischi stampati nella lunga storia della discografia, si è diffusa per la viscosità preclusa ad altri colori, questo garantiva, in fase di pressatura, un miglior distacco del supporto dalla pressa, senza portarsi dietro difetti legati per lo più alla formazione di bolle e di granuli.

Ma se la pressatura viene realizzata da professionisti con macchinari di alta qualità e condotta con molta attenzione anche per i colori che non hanno le proprietà viscose de vinile nero, il suono può rivelarsi addirittura migliore, proprio perché il vinile utilizzato per i prodotti colorati non può essere riciclato come nel caso di quelli neri, ma deve essere obbligatoriamente puro.

Oltre a questi aspetti si analizza la trasparenza di alcuni supporti (crystal vinyl) i pigmenti utilizzati, le tecniche per realizzare i picture disc e i cosidetti shaped vinyl.
Gli autori affrontano anche il valore collezionistico di questi oggetti, indicando alcuni riferimenti sopratutto in relazione alla stampa limitata di alcune edizioni. I vinili colorati, spesso destinati a Dj radiofonici e alla stampa, venivano immessi nel mercato durante i primi lanci, e pubblicati in 500, 1000 o 2000 copie. Vi capitasse tra le mani una copia di “The Wall” nell’edizione colorata arancione prodotta in sole 600 copie, dovreste essere i fortunati possessori di un vinile da circa 1800 euro.

Extraordinary Records, più di 500 pagine illustrate in un vero e proprio catalogo che affronta il vinile da un punto di vista artistico e figurativo

Entrando nel vivo del volume, è particolarmente suggestivo sfogliarne le quasi 600 pagine, tra artwork e colori di ogni tipo. La ricerca è capillare e ad una discografia mainstream affianca anche oggetti legati alla cultura underground e indipendente.

Tra i vinili da citare, il dodici pollici monocromatico rosa di Miss You dei Rolling Stones; dello stesso colore una versione di Post di Bjork, il sette pollici di Sliver dei Nirvana, sempre rosa, quello porpora di Purple Rain di Prince; gli incredibili dischi multicolore degli anni sessanta, tra cui la colonna sonora di Cinderfella su Dot Records e sempre tra i multicolored, quello dei toscani Eraserman, band di culto attiva nei novanta, che nel 2001 pubblicò The Stone and The Smile , album uscito per la gloriosa Burp Sonic inventions, in una suggestiva combinazione asimmetrica tra verde scuro e nero.

Per i multicolored si aggiunge il valore dell’unicità, certe asimmetrie, certi disegni fantasia e la combinazione spesso casuale dei pigmenti rende questi oggetti irripetibili. La pubblicazione dei multicolored è più antica di quello che si possa pensare e risale ai primi anni venti, con i 78 giri di gommalacca, che favorì la pubblicazione dei dischi di plastica multicolorati. Sono sicuramente gli oggetti più rari di questa “straordinaria” ricognizione.
Mentre i picture disc riprendono spesso i motivi legati agli artwork ufficiali dei dischi, presentano spesso alcune serie specifiche, come la lunga varietà di illustrazioni erotiche legate alla cultura visuale delle pin up, che attraversa moltissime release lounge, raccolte bossa nova e distensioni chill out.

Shaped. Una forma diversa per ogni vinile

I dischi sagomati, ovvero quelli che incorniciano il diametro riproducibile del vinile con forme e propaggini che ne eccedono i confini fisici, sono tra gli oggetti più rari e ambiti dai collezionisti di tutto il mondo.


Prodotti intorno alla metà degli ottanta, venivano tagliati sia meccanicamente che a mano, nel tentativo di realizzare forme davvero ardite e suggestive; è il caso del 12 pollici di Living in another world dei Talk Talk, sagomato sulla forma di una farfalla, uno degli insetti che popolano la copertina di The Colour of Spring, l’album pubblicato dalla band di Mark Hollis nel 1988. Sempre tra i sagomati, il cuore che circonda il volto della bella e giovanissima Sophie marceau per il 45 giri di Dream In Blue; l’albero di natale che circonda il disco di Christmas Rock, compilation natalizia dei primi ottanta pubblicata dalla Rhino Records; il guantone da boxe che configura il singolo dei Survivors inciso per la colonna sonora di Rocky IV; la tasca dei Levi’s 501 per il singolo di Percy Sledge  intitolato When a man loves a woman, un classico del soul ripubblicato nel 1987 proprio per accompagnare la campagna di advertising del noto marchio di abbigliamento; la cameriera di un diner con grembiulino succinto e pattini per il singolo dei Warrant intitolato Cherry Pie.

Extraordinary Records” in questo senso assolve la sua funzione aprendoci le porte di un mondo davvero fuori dall’ordinario “collezionare”, fatto di colori, fascinazione visiva, amore per le forme, la luce e i pigmenti. Tutta una questione di tatto e sguardo, un senso da recuperare, quello del passaggio dallo sguardo alla dimensione tattile, sopratutto adesso, dove un contesto potenziale e straordinario come la rete, sta perdendo le sue caratteristiche strumentali per diventare un surrogato dell’esperienza.
Viva il vinile, viva le forme e i colori.

Michele Faggi
Michele Faggi
Michele Faggi è il fondatore di Indie-eye. Videomaker e Giornalista regolarmente iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Toscana, è anche un critico cinematografico. Esperto di Storia del Videoclip, si è occupato e si occupa di Podcast sin dagli albori del formato. Scrive anche di musica e colonne sonore. Si è occupato per 20 anni di formazione. Ha pubblicato volumi su cinema e nuovi media.

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